Cronache, curiosità, racconti, recensioni, ricordi, segnalazioni e altro sulla Montagna, in primo luogo le Dolomiti d'Ampezzo, ma non soltanto quelle
giovedì 24 dicembre 2009
Buon Natale e Felice Anno Nuovo
domenica 20 dicembre 2009
Innerrodelkunke, la più bella scoperta dell'estate 2009
Successo per la serata di presentazione della biografia di Marino Bianchi
domenica 13 dicembre 2009
Curiosità alpinistiche degli anni Ottanta
A partire dagli anni '80, il desiderio degli scalatori di lasciare un'impronta personale sulle crode diede il via all'apparente irriverenza, con la quale s'iniziarono a battezzare le vie con nomi e frasi che i conservatori avrebbero giudicato senza senso o di cattivo gusto (e spesso lo erano ...). Esse, invece, si legavano perlopiù alle emozioni e alle sensazioni provate durante l'apertura degli itinerari. Nella nostra zona, è interessante la genesi di “Dolci timori di Chiara”, il nome di una difficile via sui Lastoi del Formin, che allude alle paure di Chiara, studentessa ampezzana incontrata dai Ragni di Pieve di Cadore Mereu, Dall'Omo e Peverelli mentre risalivano il sentiero verso l'attacco della parete. I giovani fecero volentieri da scorta alla ragazza, che nella zona stava raccogliendo materiale per una tesina di geologia, attraverso il pascolo di Giau per proteggerla dalle mucche, che Chiara incontrava già da qualche giorno, non senza qualche timore. L'episodio avveniva il 2 luglio 1983.
Basta uccidere l'avventura!
venerdì 4 dicembre 2009
Ricordo Don Claudio, il "prete volante".
sabato 28 novembre 2009
Avventura con un gatto sul Col Rosà
venerdì 27 novembre 2009
Arturo Dalmartello, alpinista fiumano.
lunedì 23 novembre 2009
L'artista delle montagne selvagge
E' scoppiata una protesta contro quello che è stato definito "il graffitaro delle Alpi", perché ha agevolato con tanta vernice alcune vie escursionistiche, tra le più impervie delle Dolomiti, specie Orientali. Qualcuno si è già dichiarato disposto a salire a cancellare i segni del "graffitaro". Come sottolinea il Corriere della Sera, il 10 ottobre lo scrittore-editore Luca Visentini ha postato sul forum di montagna Fuori Via un atto di accusa - che approviamo in pieno - contro chi imbratta le crode di vernice (e sono tanti). "C'è un soggetto - ha scritto Visentini - che si adopera alla verniciatura sistematica delle vie alle vette, nei valloni selvaggi in tutte le Dolomiti Orientali. Appone enormi bolli, frecce, scritte sulla roccia. Imbratta ogni cima in modo seriale. Uccide l'avventura. Compromette la scoperta. Riduce l'autonomia". L'artefice dell'opera tanto contestata è Paolo Beltrame di Maniago, amante della montagna, ex sestogradista e oggi autore di guide alpinistiche. "Ho dipinto la Cima dei Preti - ha detto - perché nella discesa, molto tortuosa, c'è il rischio di perdersi in caso di nebbia. E' pericoloso, ci sono i precipizi. C'è sempre chi sbaglia. L'anno scorso il mio amico Renzo Corona, presidente del Cai di Maniago è morto perché rientrando dal Passo del Camoscio, in mancanza di segnali ha sbagliato canalone ed è precipitato. Stessa cosa per la coppia di tedeschi che la scorsa estate si sono persi sulla Cima Grande di Lavaredo: qualcuno ha cancellato i segni, si sono persi e lei è morta". Per Giacomo Giordani (CNSAS Alta Valcellina), è un grave problema di sicurezza. "Nessun privato - ha spiegato - può prendere l'iniziativa di segnare una via senza che rientri in un piano generale gestito dal Cai o dai parchi che possano assicurare la manutenzione. Nel caso in questione, tra l'altro, quei giganteschi segni sono fuori da ogni regola della segnaletica in montagna. Sono troppo grandi". Lorenzo Zampatti (CNSAS Alto Adige) soggiunge: "Mentre si può apprezzare e giustificare la segnalazione dei sentieri frequentati e le vie normali delle grandi cime è fuorviante segnare le vie classiche di arrampicata: l'imprudente o l'incapace si perde lo stesso. I segni su certe vie tolgono lo spirito di avventura, che è l'essenza delle salite alpinistiche. Non si tratta di essere conservatori, ma va ponderato il gusto della scoperta. In montagna si va in base alle proprie capacità e non sono le frecce che ti salvano a certi livelli". Al coro di critiche si unisce Reinhold Messner: "Sono contrario a tutte quelle segnalazioni che disturbano il paesaggio. Per segnare la via bastano gli 'ometti', le classiche piramidi di pietre, che fanno ormai parte di una cultura millenaria", e anche Franco Gaspari (Presidente Guide Alpine Cortina) ha detto autorevolmente la sua. Nel 2008 Ernesto Majoni (Cai Cortina) aveva già denunciato nel notiziario “Ciasa de ra Regoles” due verniciature sospette, di un sentiero di guerra su Ra Ciadenes e della via normale della Croda d'Ancona, cima solitaria e ancora selvaggia presso Cortina, . Le due operazioni erano state rilevate in coincidenza con l'uscita del volume di Beltrame sul Gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo, nel quale rientrano la cima e il sentiero verniciati. Tanto clamore deve aver fatto riflettere il graffitaro, che nel forum di Planet Mountain ha scritto: "La mia opera vandalica è finita, per sempre. Ho sbagliato, lo ammetto, pensando di fare qualcosa che fosse d'aiuto, credetemi, in buona fede". Resta il fatto che non si sa esattamente quante e quali montagne abbia "agevolato" il nostro writer, e come si potrà rimediare all'iniziativa. Bisognerebbe invitarlo - con mazzuolo, bocciarda, acquaragia e quant'altro - a ripercorrere tutte le vie descritte nei suoi libri e così presuntuosamente "facilitate". Vedremo il seguito dell'iniziativa. Personalmente ritengo che la libertà di ognuno di andare per i monti non possa assolutamente essere ammazzata da questi "samaritani delle bombolette" che perseguono la purezza della Montagna e poi la verniciano con bolli, frecce, strisce e ciò che detta loro la fantasia.
sabato 21 novembre 2009
Lino Lacedelli del K2
mercoledì 18 novembre 2009
Una nuova via per Massimo Da Pozzo e per gli Scoiattoli di Cortina
martedì 10 novembre 2009
Un saluto dall'Argentina
venerdì 23 ottobre 2009
E' quasi inverno, e l'anello di Podestagno torna utile per una bella passeggiata!
lunedì 19 ottobre 2009
Domenica 4 ottobre 2009: 7 persone insieme sulla Zesta del Sorapis!
sabato 10 ottobre 2009
Una curiosità gastronomica legata alla montagna: il cafè da bosco
giovedì 8 ottobre 2009
E' uscito "Il Signore delle Montagne. In memoria di Marino Bianchi Fouzigora (1918-1969)", omaggio ad una guida alpina ampezzana
lunedì 5 ottobre 2009
Dal Durakopf al Lutterkopf: una bella traversata sui Monti di Casies
sabato 3 ottobre 2009
Rocheta de Cianpolongo, una cima per l'autunno
mercoledì 30 settembre 2009
Amori sulla Piccola di Lavaredo: un episodio degli anni Trenta
martedì 29 settembre 2009
Visita ad un valico solitario e senza tracce, nel cuore delle Dolomiti
mercoledì 23 settembre 2009
39 anni fa veniva scalato il Diedro Dallago sulla Cima Cason de Formin
martedì 22 settembre 2009
Cento anni fa moriva Antonio Lacedelli, portatore alpino.
martedì 15 settembre 2009
Neve di settembre.
lunedì 14 settembre 2009
Cinque croci per cinque vette che guardano San Vito di Cadore.
Beco de ra Marogna, uno spicchio di mondo a parte.
sabato 12 settembre 2009
Ottavo grado sul Becco di Mezzodì
venerdì 11 settembre 2009
ATTENZIONE. Sulla Cima Cadin di Rinbianco, una frana ha modificato il canale della via di salita!
giovedì 10 settembre 2009
Non era un alpinista, ma un uomo di montagna. Un ricordo dell'amico Tino Girardi.
lunedì 7 settembre 2009
Mangiare in montagna: a proposito delle delizie culinarie pusteresi
giovedì 3 settembre 2009
Punta Primavera, omaggio a Cortina di Gabriele Franceschini.
mercoledì 2 settembre 2009
E' scomparso Gabriele Franceschini, la guida alpina delle Pale
martedì 1 settembre 2009
Spigolo Jori sulla Punta Fiames: un secolo ... e non sentirlo!
Massimo Da Pozzo ha firmato una nuova via moderna sui Lastoi del Formin.
lunedì 31 agosto 2009
"Marmarole 2009", un'interessante serata alpinistica, a cavallo fra la storia e l'emozioni del presente
A San Vito sono state le protagoniste di una serata (il 28 agosto scorso, n.d.r.), che i rocciatori "Caprioli" sanvitesi e "Ragni" di Pieve, guidati da Bepi Casagrande, hanno reso intensa di emozioni e di ricordi. Sono state poste al centro di un racconto cominciato più di un secolo fa; giudicate «discrete» e «gentili» (anche il Carducci se ne occupò nell’ode "Cadore" e le definì «palagio di sogni» ed «eliso di spiriti e di fate») non sfigurano certo di fronte ai colossi più celebri e rivendicano un ruolo esclusivo, autorevole e degno: Ernesto Majoni, con una narrazione sciolta e documentata, ha tolto la polvere ad eventi lontani, richiamando personaggi e vicende legate alla storia della montagna.
«Dobbiamo guardare al passato per costruire il futuro» ha detto il presidente del Cai sanvitese, Renato Belli, cui ha fatto seguito Massimo Casagrande, il collega di Auronzo. «Sì - ha aggiunto quest’ultimo - un futuro che ci veda tutti uniti a lavorare per la tutela di un ecosistema delicato e prezioso».
Commovente la testimonianza di due rocciatori sanvitesi della prima ora, Gianni Palatini e Giulio De Lucia: «Dopo la guerra eravamo tutti poveri e la frequentazione alpinistica della montagna ci faceva sentire protetti e tutelati, impegnati come eravamo in una sorta di riscatto anche sociale» (l'articolo è di Bortolo De Vido, ed è apparso su Il Gazzettino il 30.8.2009).
Passione.
venerdì 28 agosto 2009
Ferrata sul Col dei Bos: ma tutto questo ferro sulle montagne porterà davvero vantaggi?
L'amico Nicola ci scrive, segnalando l'ennesimo scempio.
giovedì 27 agosto 2009
Anche il secondo libretto di vetta della Pala Perosego è sparito.
Se n'è andato Bibi, grande alpinista ampezzano.
mercoledì 26 agosto 2009
Ricordo di Vito Pallabazzer, il professore montanaro
domenica 23 agosto 2009
Al cordoglio per la tragedia di Rio Gere si associa anche questo blog.
sabato 22 agosto 2009
Punta Erbing, dove i pensieri corrono ...
venerdì 21 agosto 2009
Dove stanno andando a finire le Dolomiti? Ci mancavano anche le guide alpine abusive (e chi le paga) ...
lunedì 17 agosto 2009
Ma qual è, questo Corvo Alto?
giovedì 13 agosto 2009
Un soccorso alpino davvero singolare e ... finito bene!
martedì 11 agosto 2009
Incidenti in montagna, soccorsi, elicotteri, cause & C. - Fatti e misfatti di uno scorcio movimentato d'estate dolomitica
31 morti in montagna in 50 giorni
sabato 8 agosto 2009
Se n'è andato Cassin, un'icona dell'alpinismo
Nel 1937, Cassin sposta la sua attenzione sul granito delle Alpi Centrali. In tre giorni, funestati dal maltempo, compie la prima salita dell'enorme parete NE del Pizzo Badile con Ratti, Esposito e la cordata dei comaschi Molteni e Valsecchi, che moriranno di sfinimento lungo la discesa. Anche questa via oggi è famosissima e frequentemente percorsa. Per tale impresa il Coni assegnò a Cassin la medaglia d'oro al valore atletico nel 1938. Probabilmente la sua impresa più importante, e pietra miliare dell'alpinismo, è quella compiuta nell'agosto 1938 nel massiccio del Monte Bianco. Con Tizzoni ed Esposito, compie, infatti, la prima salita dello sperone Walker della parete N delle Grandes Jorasses. Per Cassin, prima della guerra, vi sarà ancora il tempo per aprire un altro importante itinerario nell'area del Monte Bianco, nel 1939 sulla parete settentrionale dell'Aiguille de Leschaux. Il dopoguerra vede Cassin impegnato soprattutto come organizzatore e capo-spedizione. Dopo l'inspiegabile esclusione dalla spedizione nazionale al K2 capitanata da Desio, (« Cassin in realtà fu lasciato a casa in seguito a discussi esami medici, favorendo così la maggior gloria del professor Desio »), nel 1958 guida la spedizione che porta sul Gasherbrum IV Walter Bonatti e Carlo Mauri. Nel 1961 capeggia una spedizione al Mc Kinley in Alaska, che porta alla scoperta dell'immensa parete s della montagna e all'arrivo in vetta di tutti i membri della spedizione. Nel 1975 guida la spedizione alla parete S del Lhotse, a cui partecipa anche Reinhold Messner, che viene però respinta dal maltempo. Nel 1987, a 78 anni di età, Cassin ripete la sua salita al Badile di mezzo secolo prima, impresa che lo aveva consacrato tra i più forti alpinisti del Novecento. Riccardo Cassin è anche stato imprenditore nel campo della produzione di chiodi da scalata, e autore dei libri Dove la parete strapiomba (1958), e Capocordata, la mia vita di alpinista (2001).
venerdì 7 agosto 2009
Il primo film invernale sulle Dolomiti, di Severino Casara
I due affrontano le pareti della Cima Ovest delle Lavaredo.
Salendo, gli arrampicatori rimangono affascinati dalla particolarità di pareti, stalattiti di ghiaccio e placche vetrate sotto l’effetto di una luce che definiscono di Tabor.
La visione è sublime. Casara esprime un desiderio che egli stesso definisce utopia: realizzare un cortometraggio invernale sulle Dolomiti di Auronzo e sulle Tre Cime in particolare. Chimera, in quanto girare un film in quelle condizioni comporterebbe costi elevati.
Tornati al rifugio, discutono ancora su questo sogno alla presenza degli operai auronzani.
L’idea giunge al municipio di Auronzo dove il vicentino Casara viene, nei giorni successivi, ricevuto dal Sindaco che plaude l’idea ed offre l’appoggio logistico dell’Amministrazione Comunale.
Ma girare un film richiede anche una grossa somma, replica l’alpinista. Il signor Claudio Bombassei, suocero del Sindaco, offre il denaro necessario, rivolgendosi così a Casara: “ Lei è matto per le crode, io per la mia Terra. Due matti insieme fanno un savio”. L’offerta viene subito accettata con l’impegno di restituire la somma qualora il film dovesse divenire fonte di guadagno.
Fervono i preparativi. Per la prima volta si gira sulle nostre Dolomiti un film invernale. – ATTORI: Casara e Cavallini, PROTAGONISTA: la Montagna.
Il maltempo prolunga le riprese degli alpinisti impegnati nell’arrampicata e sugli sci.
Finalmente Casara può scendere a Milano con le pizze pronte del negativo interamente girato in montagna.
(dai testi della mostra sui 150 anni di alpinismo auronzano, visitabile a Palazzo Corte Metto di Auronzo fino a metà settembre 2009. Grazie a Paola De Filippo Roia e amici).