giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Auguro liete Festività ai lettori di questo blog. Essendo tutti noi appassionati di alpinismo ed escursionismo, mi pare che l'augurio più bello che ci possiamo scambiare in questa sede sia semplicemente "Buona montagna". D'inverno o d'estate, erbosa, nevosa o rocciosa, alpina o appenninica, altissima o poco sopra il livello del mare, ma sempre "Montagna".
Ernesto

domenica 20 dicembre 2009

Innerrodelkunke, la più bella scoperta dell'estate 2009

Non sarà bello riportare in un blog asettiche relazioni di salite, ma questa che propongo riguarda la cima che ci è piaciuta di più, fra tutte quelle raggiunte nell'estate 2009: il Monte Conca - Innerrodelkunke in Valle di Anterselva. E' una montagna splendida e dimenticata al tempo stesso. L’esile crinale è risalito da un sentiero abbandonato, ma ben percorribile con un po’ d’attenzione: non vi sono difficoltà tecniche, soltanto sfasciumi instabili da risalire con piede fermo sino allo splendido culmine. Come ci si arriva? Intanto bisogna raggiungere in automobile il Passo Stalle - Staller Sattel al termine della lunga Valle di Anterselva e sul confine italo-austriaco. In coincidenza del Passo, verso est si stacca il sentiero segnato col numero 7 che risale alcune balze erbose sino ad un bivio. Si segue il sentiero a sinistra (cartello “Hinterbergkofel”) tenendo d'occhio i segni in un piano acquitrinoso. Si risale poi a zigzag il costone di fronte, guadagnando progressivamente quota nel solco della Weissenbachtal. Si scavalca il torrente, giungendo con serpentine ben tracciate nella desolata conca superiore poco sotto il crinale. Ignorato il bivio a destra per l’Hinterbergkofel, si procede con un’ultima breve impennata sino a raggiungere il confine di stato in coincidenza dell'erbosa Bocchetta del Colle - Halsscharte, che sul lato opposto si affaccia verso la Valle di Casies. Si è ai piedi del lungo e ripido crinale che porta in cima, che va risalito a sinistra tra sfasciumi e rocce rotte. Seguendo le tracce ormai sbiadite di un vecchio trascurato sentiero (pochissimi bolli rossi), si raggiunge la sommità del Monte Conca (piccola croce, in luglio mancava il libro di vetta). Difficoltà: EE. Segnaletica totale sino alla Bocchetta del Colle, poi 4-5 bolli rossi sbiaditi. Dislivello m 679, tempo impiegato 2,30 ore per la salita, 2,00 ore circa per il ritorno al punto di partenza. Impressioni personali: è una cima stupenda, non banale, in un ambiente desolato, solitario e silenzioso. Nessuna presenza umana, bel panorama nonostante la giornata, insomma una cima da ripetere appena sarà possibile.


Successo per la serata di presentazione della biografia di Marino Bianchi

Un'ottantina di persone ha affollato la sala del Tennis Apollonio nel pomeriggio di sabato 19 dicembre, per la presentazione dell'ultimo libro di Ernesto Majoni dedicato alla montagna, “Il Signore delle Montagne. In ricordo di Marino Bianchi Fouzìgora (1918-1969)”, edito dalla Tipografia Print House. Fra gli intervenuti spiccava un ospite insigne e inaspettato: il Presidente Generale del Cai prof. Annibale Salsa, reduce dal convegno di Auronzo sulle “Dolomiti patrimonio dell'umanità”. In sala, accanto ai congiunti di Marino Bianchi, erano inoltre presenti il sindaco di Cortina Andrea Franceschi con la consigliera delegata alla cultura Irene Pompanin; il sindaco di Cibiana Guido De Zordo con l'assessore Fabrizio Zandanel; dirigenti delle Sezioni Cai di Cortina, Domegge, San Vito e Zoldo; guide alpine e molti appassionati di montagna, tutti idealmente vicini alla famiglia di Marino Bianchi, guida ampezzana di padre originario di Cibiana, caduta dalla Cima del Lago nell'autunno 1969 ma ancora viva nel ricordo di molti. Dopo il saluto del professor Salsa, l'autore ha introdotto i due qualificati relatori della serata. Loris Santomaso, direttore responsabile del semestrale “Le Dolomiti Bellunesi” e attento cultore delle vicende dei nostri monti, ha tracciato un documentato excursus della storia dell'alpinismo dolomitico e della figura della guida alpina, rimarcando l'utilità di seguire le vie del passato, per riportare alla luce gli uomini che hanno arricchito l'alpinismo e il turismo alpino. Bepi Pellegrinon, Accademico del Cai e del Gism, scrittore e editore, ha tratteggiato la storia di Bianchi rocciatore, protagonista di numerose vie nuove e ripetizioni sulle crode d'Ampezzo e del Cadore e primo ampezzano dopo Lacedelli del K2 a partecipare a una spedizione extraeuropea, quella che nel 1958 il dott. Marino Tremonti guidò sul Mawenzi in Africa. Toccante l'intervento del prof. Roberto Pappacena, trovatosi in cordata con Bianchi nel settembre 1967 per la salita della via ferrata Merlone sulla Cima Cadin N.E., in cui due professionisti veneti vennero mortalmente feriti da una scarica di sassi. La serata, dalla quale - grazie anche al puntiglioso lavoro di Majoni - si è rinverdito il ricordo di Marino Bianchi, un autentico “signore delle montagne”, alpinista, sportivo e cittadino ricco di valori umani e sempre presente in chi lo conobbe e lo stimò, si è conclusa con un allegro momento conviviale.