"Arturo Dalmartello. Le montagne di un alpinista fiumano" (Nuovi Sentieri Editore) di Silvana Rovis e Bepi Pellegrinon, ha vinto il Premio Antonio Berti 2009, consegnato l'8 novembre scorso a Cividale. Complimentandomi con gli amici autori, che con questo bel libro, ricco di immagini inedite, hanno saputo degnamente omaggiare un amante della montagna, per ricordarlo anche su queste pagine riprendo un articolo che scrissi due anni fa sul Notiziario di Cortina. L'avvocato Arturo Dalmartello si è spento novantottenne nella sua casa di Coiana, dove abitava stabilmente da due anni, alla fine di luglio 2007, ed è stato sepolto nella tomba di famiglia. A tanti forse questo nome non dirà granché, ma esso ha un posto onorevole nella storia dell’alpinismo dolomitico. Dalmartello, infatti, fiumano d’origine e Presidente nel secondo dopoguerra della ricostituita Sezione del CAI di Fiume in patria, negli anni '30 fece parte della “Banda Mazzotti”, il gruppo capitanato da Bepi Mazzotti e Cino Boccazzi che compì molte salite sulle Dolomiti, esplorando soprattutto il gruppo del Popera. Proprio in quel gruppo, il 24.8.1939 Dalmartello scalò lo spigolo nord-est del Secondo Campanile, nientemeno che con il grande Emilio Comici, che soltanto un anno dopo sarebbe morto in un banale incidente in Val Gardena. Lo spigolo Comici-Dalmartello, superato in prima invernale dai fratelli Zandonella Callegher di Dosoledo il 10-11.1.1976 e in prima solitaria negli stessi anni da un altro Callegher, Mario, è una di quelle vie eleganti e rinomate che, quando la potei ammirare salendo la via normale del medesimo Campanile, mi è rincresciuto di non aver mai potuto fare. Di Dalmartello, al cui funerale a Cortina non era presente alcun rappresentante dell’alpinismo ampezzano, il più bel ricordo rimangono sicuramente quei quattrocento metri di “aerea arrampicata su ottima roccia”, lungo uno dei più bei campanili delle Dolomiti.
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