E' scoppiata una protesta contro quello che è stato definito "il graffitaro delle Alpi", perché ha agevolato con tanta vernice alcune vie escursionistiche, tra le più impervie delle Dolomiti, specie Orientali. Qualcuno si è già dichiarato disposto a salire a cancellare i segni del "graffitaro". Come sottolinea il Corriere della Sera, il 10 ottobre lo scrittore-editore Luca Visentini ha postato sul forum di montagna Fuori Via un atto di accusa - che approviamo in pieno - contro chi imbratta le crode di vernice (e sono tanti). "C'è un soggetto - ha scritto Visentini - che si adopera alla verniciatura sistematica delle vie alle vette, nei valloni selvaggi in tutte le Dolomiti Orientali. Appone enormi bolli, frecce, scritte sulla roccia. Imbratta ogni cima in modo seriale. Uccide l'avventura. Compromette la scoperta. Riduce l'autonomia". L'artefice dell'opera tanto contestata è Paolo Beltrame di Maniago, amante della montagna, ex sestogradista e oggi autore di guide alpinistiche. "Ho dipinto la Cima dei Preti - ha detto - perché nella discesa, molto tortuosa, c'è il rischio di perdersi in caso di nebbia. E' pericoloso, ci sono i precipizi. C'è sempre chi sbaglia. L'anno scorso il mio amico Renzo Corona, presidente del Cai di Maniago è morto perché rientrando dal Passo del Camoscio, in mancanza di segnali ha sbagliato canalone ed è precipitato. Stessa cosa per la coppia di tedeschi che la scorsa estate si sono persi sulla Cima Grande di Lavaredo: qualcuno ha cancellato i segni, si sono persi e lei è morta". Per Giacomo Giordani (CNSAS Alta Valcellina), è un grave problema di sicurezza. "Nessun privato - ha spiegato - può prendere l'iniziativa di segnare una via senza che rientri in un piano generale gestito dal Cai o dai parchi che possano assicurare la manutenzione. Nel caso in questione, tra l'altro, quei giganteschi segni sono fuori da ogni regola della segnaletica in montagna. Sono troppo grandi". Lorenzo Zampatti (CNSAS Alto Adige) soggiunge: "Mentre si può apprezzare e giustificare la segnalazione dei sentieri frequentati e le vie normali delle grandi cime è fuorviante segnare le vie classiche di arrampicata: l'imprudente o l'incapace si perde lo stesso. I segni su certe vie tolgono lo spirito di avventura, che è l'essenza delle salite alpinistiche. Non si tratta di essere conservatori, ma va ponderato il gusto della scoperta. In montagna si va in base alle proprie capacità e non sono le frecce che ti salvano a certi livelli". Al coro di critiche si unisce Reinhold Messner: "Sono contrario a tutte quelle segnalazioni che disturbano il paesaggio. Per segnare la via bastano gli 'ometti', le classiche piramidi di pietre, che fanno ormai parte di una cultura millenaria", e anche Franco Gaspari (Presidente Guide Alpine Cortina) ha detto autorevolmente la sua. Nel 2008 Ernesto Majoni (Cai Cortina) aveva già denunciato nel notiziario “Ciasa de ra Regoles” due verniciature sospette, di un sentiero di guerra su Ra Ciadenes e della via normale della Croda d'Ancona, cima solitaria e ancora selvaggia presso Cortina, . Le due operazioni erano state rilevate in coincidenza con l'uscita del volume di Beltrame sul Gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo, nel quale rientrano la cima e il sentiero verniciati. Tanto clamore deve aver fatto riflettere il graffitaro, che nel forum di Planet Mountain ha scritto: "La mia opera vandalica è finita, per sempre. Ho sbagliato, lo ammetto, pensando di fare qualcosa che fosse d'aiuto, credetemi, in buona fede". Resta il fatto che non si sa esattamente quante e quali montagne abbia "agevolato" il nostro writer, e come si potrà rimediare all'iniziativa. Bisognerebbe invitarlo - con mazzuolo, bocciarda, acquaragia e quant'altro - a ripercorrere tutte le vie descritte nei suoi libri e così presuntuosamente "facilitate". Vedremo il seguito dell'iniziativa. Personalmente ritengo che la libertà di ognuno di andare per i monti non possa assolutamente essere ammazzata da questi "samaritani delle bombolette" che perseguono la purezza della Montagna e poi la verniciano con bolli, frecce, strisce e ciò che detta loro la fantasia.
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