Sulle montagne bellunesi è boom di incidenti mortali e contenziosi per non pagare i soccorsi. Il Soccorso Alpino lancia l'allarme: «Bisogna promuovere la prevenzione, informando anche sulle polizze che rimborsano i soccorsi in montagna». Siamo appena a metà agosto, ma l'estate 2009 sulle Dolomiti è già da annoverare nell'elenco delle stagioni «nere». Confrontando i primi sei mesi del 2009 con lo stesso periodo del 2008, quest'anno i decessi in montagna sono aumentati del 30%. Si rileva inoltre un incremento significativo degli interventi effettuati da Suem e Soccorso Alpino. Il numero di interventi (concentrati nel Bellunese per più dell'80%), è salito del 31,8% rispetto all'anno scorso. Da notare, però, che circa 1/3 dei soccorsi ha coinvolto persone non ferite che, una volta visitate dal medico dalla squadra di soccorso, sono risultate illese. In questi casi, il costo dell'intervento è a carico dell'assistito, e circa il 30-40% degli illesi apre un contenzioso per non pagare l'intervento di tasca propria. Un prezzo molto alto: se viene usato l'elicottero, si devono pagare 72 € al minuto. Da qui il consiglio del Soccorso Alpino: meglio assicurarsi preventivamente. Nel giro di sei mesi, dal 1° gennaio al 31 luglio, il Soccorso Alpino ha soccorso 449 persone: il 30% in più dell'anno scorso, quando in 12 mesi ne erano state soccorse 688. 28 le persone decedute nei primi sei mesi dell'anno: più della metà del 2008, quando, in dodici mesi, ne erano decedute 43. Quest'anno gli incidenti mortali sono stati causati soprattutto da scivolate (8 casi), ma anche da voli, valanghe, infarti e malori. «Esaminando i dati - commenta Angelo Costola, direttore della centrale operativa del Suem di Belluno - si nota che la metà di queste persone erano bellunesi ed esperti di montagna. La cultura della prevenzione dev'essere rivolta indistintamente a tutti». «Serve un tavolo per diffondere la cultura della sicurezza in montagna - aggiunge Fabio Bristot, delegato del Soccorso Alpino di Belluno -. Chiediamo aiuto agli enti locali: Comuni, Comunità montane, Provincia e Regione. A quest'ultima chiediamo finanziamenti fissi, per evitare che vengano discussi e decurtati ogni anno». E delle 449 persone soccorse nei primi sei mesi del 2009, gli illesi sono 166. Naturalmente, il Soccorso Alpino ha l'obbligo di intervenire per qualsiasi tipo di chiamata, e non può certo ipotizzare in partenza le condizioni di salute di una persona ancora da raggiungere. «Anzi - continua Costola - se c'è bisogno, consigliamo a tutti di chiamare il 118». Il problema sorge quando le persone non sono assicurate. Se il soccorso dei feriti è a carico del SSN, gli illesi devono pagare di tasca propria l'intervento, che può risultare molto salato. «Con gli illesi si instaura immediatamente un contenzioso. - chiude Costola - Rappresentano circa il 30-40% del fatturato e, se sono assicurati non sorgono problemi, perché l'assicurazione rimborsa le spese di soccorso. Ma il 30-40% tende a non pagare, proprio perché non è assicurato. Per questo consigliamo a tutti di assicurarsi».
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