Credo che nessuno dimentichi i compagni con i quali ha frequentato la montagna e non ci sono più, specie se sono scomparsi in circostanze tragiche. Chi scrive ricorda forcelle, ghiacciai, montagne, traversate, vie in cui è stato al fianco di amici che sono andati avanti, e questi pensieri intristiscono sempre un po’. Da Angelo, con il quale percorsi un sentiero attrezzato delle Tofane ancor prima che fosse aperto, a Luciano che fu il mio primo capocordata sulla Torre Inglese; Orazio e l'allegra traversata ai piedi della Marmolada; Luigi, col quale salii il Teston di Monte Rudo e la Rocchetta di Campolongo, scomparso sulle strade del Bellunese; Claudio, compagno di cordata sul II Campanile di Popera, sul Catinaccio, a Forcella Fanis, caduto sulla Punta dei Tre Scarperi; Alfonso, col quale per una decina d’anni divisi decine di escursioni e scalate; Luciano, che arrampicava meglio di me, ma ebbi l’onore di portare sulla Via della Rampa al Piz Ciavazes. Per non dimenticare mio Padre, che mi ha iniziato alla via dei monti, insegnandomi un cammino che continuo a percorrere. Forse le mie constatazioni sono ovvie, ma pensando a queste cose è inevitabile considerare la fragilità della vita e la pregnanza di certi momenti del passato, che ci restano vividamente impressi. E’ logico, il mondo va avanti, e noi continueremo a frequentare la montagna finché ci sarà possibile, ma ripercorrendo i passi già seguiti con i nostri amici che non ci sono più, sicuramente ci sarà sempre un pensiero anche per loro.
Cronache, curiosità, racconti, recensioni, ricordi, segnalazioni e altro sulla Montagna, in primo luogo le Dolomiti d'Ampezzo, ma non soltanto quelle
sabato 10 luglio 2010
venerdì 9 luglio 2010
Forzela Sonforcia de Col Jarinei
La forcella denominata, quasi tautologicamente, “Forzela Sonforcia de Col Jarinei” è situata a oriente della Croda da Lago, a quota 2069 metri. Di proprietà della Regola di Anbrizola, è una larga sella verde sul crinale che dalla Rocchetta di Prendera si protende verso nord. Funge da valico, in verità più calpestato dai bovini che la raggiungono da Federa per il Col Jarinei, che dagli umani, fra la testata della Val Federa - ossia i pascoli di Col Jarinei - e la Val d'Ortié. Nei pressi della forcella, qualche anno fa il coetaneo Carlo ha ricostruito, su un sedime preesistente, un capanno dove sosta con parenti e amici durante le battute di caccia in zona. Il luogo è così suggestivo che l'ultima volta, giungendovi in una limpida domenica d'ottobre di alcuni anni fa, mi venne spontaneo buttarmi sull'erba per ammirare prima il panorama verso le Rocchette che chiudono l'orizzonte da una parte, e poi rigirarmi dall'altra parte per ammirare una visione inconsueta della conca d'Ampezzo. La forcella è attraversata da un sentiero segnalato ma poco conosciuto, che non soffre di affollamento. Se folla ci dovesse mai essere, sarà prevalentemente di appassionati locali. Vi sono passato una dozzina di volte, perlopiù durante la salita alla Rocchetta di Cianpolongo, e giudico senza mezzi termini Forcella Sonforcia del Col Jarinei uno dei luoghi più suggestivi della nostra grande valle d'Ampezzo.
mercoledì 7 luglio 2010
Cima Grande di Lavaredo 8 luglio 1935-8 luglio 2010
Ricorre oggi un anniversario alpinistico minore, ma degno di menzione. 75 anni fa, l'8 luglio 1935, alcune guide di Sesto Pusteria (quante e quali erano?) collocavano sulla Cima Grande di Lavaredo, a 66 anni dalla prima ascensione di Paul Grohmann con Peter Salcher di Luggau e Johann Innerkofler di Sesto, la croce di vetta. Simbolo di fede, traguardo di una fatica, soddisfazione per la salita riuscita, punto panoramico d'eccezione: sono solo alcuni dei significati che identificano le croci sulle vette e mi spingono ad apprezzarle, senza strafare. La croce sulla Cima Grande, che ho toccato solo tre volte, la ricordo con affetto, attribuendole tutti i significati sopra elencati.
lunedì 5 luglio 2010
Via dalla pazza folla
Se qualcuno pensa che a Cortina, in alta stagione, non si trovi un angoletto tranquillo, ... forse non conosce Cortina. Smentisco, infatti, tale idea, anche per quanto concerne le prossimità del paese. “Via dalla pazza folla” (detto senza voler vilipendere la folla), solo muovendo qualche passetto in più dei soliti quattro, si potrebbero scoprire anche in pieno agosto luoghi nascosti, valichi solitari, vette deserte, boschi silenziosi dove l’unica compagnia è quella di se stessi. Un esempio sperimentato spesso: la Cima NE di Marcoira, nel gruppo del Sorapis (con l'accento sulla i!), bella montagna che sorveglia il Passo Tre Croci, non molto conosciuta. La cima ha cominciato a ricevere qualche visita in più negli ultimi dieci anni grazie all’articolo pubblicato dal sottoscritto sulla Rivista Cortina. Nonostante Forcella Marcoira e la vicina Forcella del Ciadin, trovandosi sulla via di collegamento del Passo Tre Croci con i rifugi di Faloria e l'affollatissimo Lago del Sorapis, siano molto battute, la Cima, che verso le forcelle suddette espone ripidi e fioriti pendii d’erba, resta sola e indisturbata. Nota agli alpinisti classici per alcune vie aperte lassù negli anni ’30-'40 e poi abbandonate, è tornata ad essere il regno del vento: su tracce di pecore e ungulati, partendo dalla forcella sottostante si può salire in vetta senza grosse difficoltà. Se già nel luminoso bosco di Tardeiba, man mano che ci si avvicina alle rocce, è palpabile una solitudine ovattata, sulla Cima di Marcoira ci si sentirà lontani “anni-luce” dal consorzio umano: e per una giornata, soprattutto intorno a Ferragosto, potrebbe essere un’esperienza da provare!
Iscriviti a:
Post (Atom)