giovedì 12 febbraio 2009

Con le cime sotto metri di neve, è bello progettare salite di cime che ancora non conosciamo...

Non è una novità: dopo tanti vagabondaggi montani, mi sono affezionato alla dorsale del Pomagagnon, che incornicia a NE la conca di Cortina e offre svariate possibilità di camminare e arrampicare su varie difficoltà. Fino ad oggi ho raggiunto quasi tutte le sommità del gruppo: Pezovico e Quota 2014, Punta Fiames, Punta della Croce, Campanile Dimai, III Pala de ra Pezories, Gusela de Padeon, Croda Longes, Croda del Pomagagnon, Testa e Costa del Bartoldo, Punta Erbing, Pala Perosego. Dato per certo che il Torrione Scoiattoli, ai piedi delle Pezories, presenta difficoltà oggi per me insuperabili, e la Punta Armando (sulla cresta del Campanile Dimai) ha rilevanza solo alpinistica, mi mancherebbero ancora tre vette, due Pale de ra Pezories e la Croda dei Zestelìs. Sono cime visitate di rado, isolate e scontrose, ideali per la stagione avanzata quando in alto la neve è già arrivata. So di amici saliti sulla I Pala delle Pezories, ma sulla Croda dei Zestelis non ho notizie fresche. Nel suo libro sul Cristallo, Visentini suggerisce di salirvi da N, da Forcella Zumeles, ma un'altra pubblicazione in tedesco parla anche di una possibilità da S, dal canalone tra la Croda e l’adiacente Costa del Bartoldo, che si raggiunge per la III Cengia e con difficoltà contenute porta sulla Forcella dei Zestelìs e in cresta. Come le Pale delle Pezories, anche questa rimane una cosa da fare. Per ora studio la zona, e immagino cosa possano offrire quelle cime disertate, dove l’uomo appare di rado e che, nonostante siano abbastanza accessibili, pochi si prendono la briga di visitare.