Lo sapevate che anche le Dolomiti rendono imperituro omaggio a due sommi esponenti della letteratura mondiale? Un omaggio imperituro o quasi, considerato che per loro natura le rocce si modificano continuamente e crollano, soprattutto quando si tratta di guglie sottili. E le due di cui scrivo sono guglie piccole e sottili, ma sono ancora al loro posto, immobili da millenni, a sorvegliare gli alpinisti che rendono loro una visita. Si tratta di Dante e Virgilio, due torrioni che sovrastano la Forcella della Croda Bianca, nelle Marmarole. I pinnacoli si toccano obbligatoriamente scendendo dalla Croda Bianca, grande cima delle Dolomiti Orientali, “Imperioso pilastro sul fondo della Val Baion. Pala fastosa, dal profilo affilatissimo, sul versante meridionale …” (Luca Visentini). Ho avuto l’occasione di transitare ai piedi dei due poeti di pietra dopo aver ripetuto con mio fratello Federico lo spigolo SE della Croda, una grande avventura di croda. Al limite fra l'escursione impegnativa e la facile scalata, lo spigolo ha compiuto da poco cent'anni e l'anniversario è stato doverosamente festeggiato. Salito il 31/7/1910 dai fratelli calaltini Umberto e Arturo Fanton, è “… una cresta che sale a fil di cielo e armoniosamente va ad esaurirsi nella rotondità della vetta” (ancora Visentini). Sono seicento metri di II e III, con una discesa lunga e contorta, che presso i due poeti pietrificati impone il passaggio più impegnativo della giornata. Dopo una cengia rivolta verso il basso, che sul finire s’interrompe con un tratto friabile ed esposto, quindici metri di roccia solida depositano l’alpinista ai piedi dei due poeti, che da lassù sorvegliano il mondo. Dante e Virgilio si scorgono fin dal Ponte Cadore: ogni qualvolta li rivedo, memore dell'omaggio che anch'io ho reso loro, un bellissimo ricordo mi assale ...
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