Lo spigolo SE della Punta Fiames, una delle strutture rocciose più caratteristiche valle d’Ampezzo, fu superato 101 anni fa, il 19/8/1909 da Miss Kathe Bröske con la guida Francesco Jori, di Alba di Canazei. Complice soprattutto la sospensione di ogni attività alpinistica a causa della Grande Guerra, sullo spigolo non si avventurò poi nessuno per oltre una dozzina d’anni. Il 3/8/1922 la guida Angelo Dibona Pilato (ormai ultra quarantenne, che aveva ripreso l’attività alla grande, dopo aver svolto il servizio militare su metà dell’arco alpino) si aggiudicò la seconda salita dell’itinerario. Gli erano compagni Enrico Gaspari Becheréto, guida da un anno, e due buoni alpinisti: l'ingegner Giulio Apollonio, che negli anni seguenti conseguì varie benemerenze in campo alpinistico come progettista di bivacchi fissi, e Agostino Cancider. Ai quattro occorsero 7 ore dall’attacco per ripercorrere il tracciato, che stranamente non era stato appannaggio di alpinisti ampezzani. La terza salita spettò ancora ad Angelo Dibona, che la portò a compimento il 6/9/1926 con due clienti, uno dei quali era il Re Alberto del Belgio. Il 29/9/1926 Dibona si aggiudicò poi anche la quarta salita, con il compagno Luigi Apollonio Longo e il britannico Edward de Trafford, mentre la quinta fu anche la prima femminile. Il 15/5/1927, infatti, Marianna Dimai, figlia della guida Antonio (Tone Deo), superò brillantemente lo spigolo in compagnia del fratello Giuseppe, guida da due anni, e del collega Celso Degasper Meneguto, patentato dal 1922. Da allora le ripetizioni della Via Jori non si contarono più, ed essa passa ancora oggi - specialmente nell’ambiente alpinistico tedesco - come una delle più remunerative arrampicate delle Dolomiti.
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