Nel 1981 morì a Bologna il professor Oliviero Olivo, cittadino felsineo di origini cadorine di Valle. Olivo è sepolto a Cortina, vicino alla moglie e al figlio Franco, caduto nel 1963 dalla Via Miriam della Torre Grande. Oltre che cattedratico nel campo della medicina, fu un ardito alpinista, perlopiù solitario. Fanno fede delle sue capacità alcune vie nuove in Dolomiti, realizzate tra il 1921 e il 1955 negli Spalti di Toro, Duranno e soprattutto Antelao e Marmarole, le cime di casa. Una via Olivo c’è anche a Cortina, ed è quella tracciata il 19 agosto 1923 sulla Punta Marietta, torrione di scarso valore alpinistico che sorge sul fianco E della Tofana de Rozes e guarda Forcella Fontananegra. Classificato di II, il percorso si tiene sul versante N della Punta e sale in vetta per roccia, in verità, non proprio ideale. Nel luglio 1994, rimasti a corto d’idee, gironzolammo anche intorno alla Marietta: dapprima per la via originaria (Műller, guide Angelo Zangiacomi Zacheo e Luigi Bernard), della quale ricorreva in quei giorni il centenario. Non avendola ben identificata, optammo per la Olivo. Nonostante avessimo scandagliato la Punta su ogni lato, ci riuscì difficile intuire anche la seconda via: tutto pareva così maledettamente ripido, umido e friabile, non era possibile che la salita si mantenesse nel ristretto ambito, a noi congeniale, del grado II della scala Welzenbach! Quando pensavamo di aver scovato l’attacco, ci preparammo e partii. Percorsi un tratto della sottile lista iniziale, che subito esce in piena esposizione, ma dopo dieci metri diedi un occhio in su, un occhio già preoccupato all’abisso sottostante e ... voltammo i tacchi. Ricordo che pensai: "... se quello era il secondo grado salito in solitaria dallo spericolato Oliviero settantun anni prima, chissà come saranno stati i suoi quarti sull’Antelao e sulle Marmarole ... "
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