Domenica 8 agosto, in occasione della salita sul Monte Pore fra Colle Santa Lucia e Livinallongo (classica facile e panoramica, ripetuta ormai diverse volte), abbiamo visitato la croce, posta alla base del tratto più ripido della via normale e da poco benedetta, a ricordo di Don Claudio Sacco Sonador, travolto da una valanga nella notte fra il 2 e il 3 dicembre 2009 sul versante NW della cima. Mi fa molto piacere che Don Claudio possa essere ricordato fra i monti prediletti. Lo rivedo, nostro giovane cappellano a Cortina per tutti gli anni ’70, amante della musica e del canto sacro e direttore della Schola Cantorum, ai vertici dello scialpinismo italiano con le discese della Tofana di Mezzo da W, della Tofana di Dentro da E, del “canale del prete” sul Cristallo, della Fissura del Pelmo da N e tante altre. Ma prima di essere un valente alpinista e scialpinista, Don Claudio era senz’altro un bravo prete: animatore dell’Azione Cattolica a Cortina, poi missionario a Sakassou in Costa d’Avorio, poi ancora direttore della Caritas di Belluno, e infine pastore della comunità di Mas - Peron, ai piedi dei Monti del Sole. Sul libro di vetta del Pore abbiamo letto la sua ultima firma, posta alle 23.30 di una notte di luna piena e accompagnata da un rigo musicale, come fosse un ultimo inno alla vita. Quella vita che Don Claudio ha tanto amato e che, prima ancora dell’inizio dell’inverno, una valanga ha inesorabilmente spezzato.
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