Sopra la Forcella Zovo, piccolo valico stradale che divide Costalta di Cadore dalla Val Visdende, sorge una bella e facile cimetta che mi incuriosiva da tempo e sulla quale siamo saliti un mese fa: il Col Curié (2035 m). Non è certo una punta aguzza, ma un panettone, boscoso in basso e pascolivo nella parte alta, che sprofonda con erti e altissimi fianchi coperti di alberi verso il Piave. Il Col Curié dev'essere stato un punto di osservazione strategico, perché è raggiunto da un sentiero militare, molto ripido ma tutto sommato non eccessivamente lungo né faticoso, se non per il caldo. Dopo un buon tratto rinchiuso fra gli alberi di un bosco trasandato, si giunge ad una trincea rocciosa, dalla quale la vista si spalanca bellissima sul gruppo dei Longerin, la Val Vissada e le cime di Visdende. La vetta, erbosa e spaziosa, è contrassegnata da tre croci e popolata da un gregge di una quarantina di pecore. Il Curié offre un vasto panorama sul Comelico Inferiore e sulle cime che gli fanno corona. Pensavo che fosse poco conosciuto, e invece ho scoperto che per gli abitanti di San Pietro di Cadore e dintorni è una meta classica: da Forcella Zovo, sulla quale sorge un comodo rifugio, basta poco più di un'ora e mezzo per raggiungere una montagna minore delle Alpi Carniche, un belvedere degno di una visita per estraniarsi dalle spesso congestionate Dolomiti.
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