Dopo la mostra “a cielo aperto” allestita nell’estate 2006 nel centro storico di Voltago Agordino, e dopo il libro pubblicato l’anno successivo, nell’autunno 2009 l’Union Ladin de Oltach ha completato il progetto “Na olta Oltach. Sant, siori e s-cione de n paes” con un percorso tematico permanente, allestito lungo una strada silvo pastorale ormai quasi dismessa e alquanto trascurata, in località Anter le Vai, a monte dell’abitato di via Struz, a Voltago.
Il percorso, denominato “Troi de le berte”, presenta, lungo il suo mezzo chilometro di sviluppo (transitabile anche d'inverno), dieci edicole in legno nelle quali sono narrati, con testi nella variante ladina locale e in italiano corredati da illustrazioni e immagini fotografiche, altrettanti racconti (berte) recuperati dalla storia e dalla tradizione orale paesana e finalmente ora “immortalati” nel tempo. Dopo la grande teca introduttiva d’ingresso, il visitatore che sale la mulattiera viene accolto dal Mazarol, che lo accompagna nel bosco per condurlo dall’Om Salvarech e dalle Donaze, dal Barba Zucon e da San Martino.
E da qui, con un salto nella storia, si possono incontrare i signorotti del vecchio castello medievale e San Lucano - il “vescovo delle Dolomiti”- accompagnato dalla sua fedele Beata Vazza, oppure, più a ritroso nel tempo, ci s’imbatte nella storia dei patroni del paese, San Vittore e Santa Corona. Conclude il sentiero l’episodio delle apparizioni mariane accadute, qualche centinaio di metri più a monte, ad alcuni pastorelli del paese, nel 1937.
Il “Troi de le berte” è un angolo di storia e di cultura popolare, che riprende vita ogni qualvolta chi lo percorre ne assapora la magia e ne scopre i segreti. Odorando l’acre profumo della resina e al riparo sotto le loro fronde, i pini del bosco vi condurranno in un … sentiero incantato. Buona passeggiata!
Per visitare il sentiero, raggiunto Voltago (sulla strada Agordo - Passo Cereda), prima del Municipio si gira a destra in Via Struz.
Il percorso, denominato “Troi de le berte”, presenta, lungo il suo mezzo chilometro di sviluppo (transitabile anche d'inverno), dieci edicole in legno nelle quali sono narrati, con testi nella variante ladina locale e in italiano corredati da illustrazioni e immagini fotografiche, altrettanti racconti (berte) recuperati dalla storia e dalla tradizione orale paesana e finalmente ora “immortalati” nel tempo. Dopo la grande teca introduttiva d’ingresso, il visitatore che sale la mulattiera viene accolto dal Mazarol, che lo accompagna nel bosco per condurlo dall’Om Salvarech e dalle Donaze, dal Barba Zucon e da San Martino.
E da qui, con un salto nella storia, si possono incontrare i signorotti del vecchio castello medievale e San Lucano - il “vescovo delle Dolomiti”- accompagnato dalla sua fedele Beata Vazza, oppure, più a ritroso nel tempo, ci s’imbatte nella storia dei patroni del paese, San Vittore e Santa Corona. Conclude il sentiero l’episodio delle apparizioni mariane accadute, qualche centinaio di metri più a monte, ad alcuni pastorelli del paese, nel 1937.
Il “Troi de le berte” è un angolo di storia e di cultura popolare, che riprende vita ogni qualvolta chi lo percorre ne assapora la magia e ne scopre i segreti. Odorando l’acre profumo della resina e al riparo sotto le loro fronde, i pini del bosco vi condurranno in un … sentiero incantato. Buona passeggiata!
Per visitare il sentiero, raggiunto Voltago (sulla strada Agordo - Passo Cereda), prima del Municipio si gira a destra in Via Struz.
Preciso che questo articolo è opera dell'amico Gabriele Riva di Voltago, e sarà pubblicato sul nr. 1 - Anno VII di "Ladin!", semestrale scientifico-culturale dell'Istituto Ladin de la Dolomites di Borca di Cadore, in uscita a fine giugno 2010.
5 commenti:
Ho letto con piacere questo interessante post e mi sono permesso di linkarlo qui:
http://blog.libero.it/Digoman/8821860.html
Saluti Luca
Ho avuto il piacere di percorrere il sentiero e di scoprire le "berte", per caso, senza che nessuno mi avesse mai raccontato nulla della loro esistenza [sul sentiero].
Luigi
Ho avuto il privilegio di assistere alla posa in opera delle bacheche con le "berte" illustrate a commentate, visto che il sentiero comincia a 100 m. da casa mia.
Iniziativa più che apprezzabile perchè si mantengono vive le tradizioni del paese e si incoraggia il percorso di un vecchio ma importante (almeno una volta) sentiero, per l'occasione rimesso in sesto.
Saluti
Giorgio (nick Ottavio)
Bellissima notizia per una bellissima iniziativa (che apprendo, guarda caso, via internet...). Spero solo non si siano dimenticati di segnalare adeguatamente il Troi dal paese, come ad esempio è successo per il percorso attrezato della Gioia.
Peccato che non ci siano indicazioni [o se ci sono sono ben nascoste] che dicano - del sentiero - dove comincia e dove porta.
A proposito: Dove può portarci un Troi de le berte?.
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