Non è (o perlomeno, fino a qualche annetto fa, non era) poi così raro incontrare gli stambecchi a Cortina, per chi frequentava determinate plaghe un po' fuori mano, soprattutto nel gruppo della Croda Rossa. Ovviamente, il sottoscritto si è aggirato spesso in molte di queste plaghe, e ricorda un incontro di qualche stagione fa con due "locomotive con le corna", che ebbe davvero del singolare. Una mattina d'agosto salivamo, l'amica Lorenza e io, lungo i dossi d'erba e rocce che dalla pozza, ahimè quasi asciutta, del lago de Remeda Rosses adducono alla cima omonima, antiporta della "grande" Piccola Croda Rossa. Ero in testa sul ripido pendio e cogitavo, quando sentii un fischio possente e prolungato, tipo treno-che-arriva-in-stazione, a brevissima distanza. Alzai la testa e me lo vidi ad un metro. Era un bell'esemplare, con un palco degno di un fotoservizio. Mi stava di fronte e mi osservava tranquillo, con l'aria tra il sornione e il beota che è tipica di quegli ungulati. Lo guardai: mi guardò: ci guardammo, e per un paio di minuti rimasi imbambolato, quasi estraniato, a considerare uno degli animali selvatici più alteri e misteriosi delle nostre montagne. Poi se ne andò, lasciando il posto a un altro. Per fissare anche quello (non avevo la digitale ...) mi sedetti, e rimasi altri due minuti, immobile, ad ammirare quel congegno naturale così possente e potente. Per me e Lorenza, in quel giorno d'agosto, uscire in vetta alla Piccola Croda Rossa fu più piacevole, sapendoci in compagnia.
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