Vicino alla strada che dalle case di Lazedel, sottendendo a N il rilievo di Crépa, sale alla spianata di Pocol e fino a un secolo fa fu l'unico collegamento fra Cortina ed il Passo Falzarego, tra l'erba quasi sotto i primi roccioni una piccola croce lignea reca un’iscrizione. Quella croce ricorda da oltre centoventi anni Ester Sprood, consorte del calzolaio Andrea Constantini, fulminata durante una passeggiata nell’estate 1889, a 77 anni. La memoria ha dato origine al toponimo del luogo, "Ra Crosc de Ester". Una decina di anni fa, lavori boschivi in zona causarono danni al manufatto, rapidamente ripristinato grazie all’interessamento del vice Sindaco di allora. Fu un dovuto e gradito atto di rispetto, anzitutto verso la memoria dell’anglosassone accasatasi in Ampezzo, quindi verso il sito e il toponimo, consolidato anche se pressoché sconosciuto alle nuove generazioni. Lì vicino poi c’è un’altra bizzarria toponomastica. Nel bosco alle spalle della croce, un masso un po’ strapiombante è noto come “Ra Cojina del Mòisar”. Il toponimo è legato, secondo Richebuono, a tale Angelo Ardovara di Col (a un Dadié di Cianpo, secondo Berti - de Zanna), detto Moisar (“lento nel pensare ed agire, tonto”). Sembra che costui si preparasse solitamente il pranzo e la cena sotto quel roccione: da qui l’originale toponimo. Negli anni Sessanta, il Sestiere di Azon propose su un carro carnascialesco la figura dell’Ardovara (o Dadié che fosse), in una rievocazione intitolata "El Landro del Mòisar". Suppongo che pochi oggi conoscano il luogo e le motivazioni del curioso nome. Sarebbe interessante catalogare e illustrare i toponimi ampezzani originali che si vanno perdendo, per farli conoscere ai villeggianti ma soprattutto ai residenti, e affidare ai giovani alcuni elementi della pericolante memoria storica della valle d’Ampezzo.
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