A tutt’oggi, la guida alpina di Cortina scomparsa in età più avanzata è senz’altro Zaccaria Pompanin "Zacar de Radéschi", nato a Zuel il 26 agosto 1861 e deceduto il 22 marzo 1955, sulla soglia del novantaquattresimo anno. “Zacar” fu un protagonista attivo dell’alpinismo dolomitico del periodo d’oro: autorizzato a fare la guida nel 1892, esercitò la professione senza interruzioni per oltre tre decenni, appendendo la corda al chiodo nel 1926. L'età avanzata dev’essere un “vizio di famiglia” giacché, della numerosa prole del Pompanin, tre figlie hanno superato la soglia dei novant’anni: Maria è scomparsa a novantasei; Oliva ha raggiunto i novantacinque; Zita ha spento centodue candeline. L’impresa alpinistica più nota di “Zacar de Radéschi”, che fino al 1912 ne realizzò una quindicina di interessanti, è senz’altro il camino che lo ricorda, sulla parete nord della Croda da Lago. Questa via, aperta il 28/8/1895 con l’alpinista torinese Leone Sinigaglia e il collega Angelo Zangiacomi “Pizenin Zacheo”, offriva agli scalatori un bel camino di settanta metri d’altezza, che richiedeva una tecnica raffinata ed era molto di moda nell'epoca dell'esplorazione dolomitica. Penso che oggi gran parte di coloro che frequentano la montagna non sappia neppure dove sta di casa quel camino, che un secolo fa, insieme con altre rinomate ascensioni della zona, convogliava al Rifugio Barbaria (poi Reichenberger, poi Croda da Lago) sulle rive del Lago di Federa alpinisti da tutta l’Europa. Degli itinerari di “Zacar”, famoso perché nei camini strisciava come un gatto, forse un paio ricevono ancora qualche visita nelle belle stagioni. E’ l’inevitabile, amaro destino dell’alpinismo di una volta, che ormai richiede troppa fatica, sacrificio, rischio per essere gustato.
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