Paolo Bonetti, La storia del gruppo Rocciatori Ragni di Pieve di Cadore, Tiziano Edizioni - Pieve di Cadore, 2009, 173 pagine, foto in bianco e nero e a colori, € 20,00.
Bravo alpinista bolognese degli anni ’60 e ’70 che oggi risiede a Belluno, Paolo Bonetti sa come si parla di montagna. In questo volume, ravvivato da foto d’archivio spesso inedite, rivisita con garbata precisione un sessantennio di storia. è la storia di un gruppo di rocciatori nato a Pieve di Cadore nel secondo dopoguerra sul modello dei Ragni di Lecco, degli Scoiattoli di Cortina, dei Camosci di Auronzo, dei Catores di Ortisei. Un gruppo che ha scritto e continua a scrivere brillanti pagine di storia alpinistica, privilegiando le Dolomiti cadorine, ma girando anche il mondo.
Dalle pionieristiche avventure di Arturo, Camillo, Duilio, Italo, Piero, Renato, Roger e Ugo alle odierne perlustrazioni extraeuropee; dalla prima via nuova sul simbolico Campanile Toro alle realizzazioni moderne, che tendono sempre più in alto; dall’esplorazione delle lavagne più lisce e strapiombanti alla riscoperta di un alpinismo antico con i concatenamenti estivi e invernali sulle Marmarole, la storia dei Ragni riflette quella di tre generazioni di pievesi.
Vicende tessute di entusiasmi e paure, successi e delusioni, disgrazie e riconoscimenti, simili a quelle di altri gruppi ma uniche perché schiettamente cadorine. I Ragni, come i cugini ampezzani, gardenesi e lecchesi, hanno dalla loro parte il fatto di tenere duro da oltre sessant’anni, rinforzando sempre le file con giovani scalpitanti. Non si dedicano solo alla roccia pura, ma svolgono anche attività di soccorso, promuovono iniziative culturali, avviano i giovani alla montagna, scoprono e curano sempre nuove palestre di roccia. In ultima analisi, arricchiscono il territorio, dando a Pieve e al Cadore il “quid” in più, che può giovare ad attrarre valligiani e turisti e portare sulle vette chi non le conosce o non osa avvicinarvisi.
Storie e memorie di uomini e di montagne, dunque, e anche fervidi propositi per il futuro. Conoscendo tante delle cime amate dai Ragni e apprezzando la storia e la memoria dell’alpinismo dolomitico, ci fa piacere augurare ai ragazzi di Pieve il più cordiale Ad multos annos!
Bravo alpinista bolognese degli anni ’60 e ’70 che oggi risiede a Belluno, Paolo Bonetti sa come si parla di montagna. In questo volume, ravvivato da foto d’archivio spesso inedite, rivisita con garbata precisione un sessantennio di storia. è la storia di un gruppo di rocciatori nato a Pieve di Cadore nel secondo dopoguerra sul modello dei Ragni di Lecco, degli Scoiattoli di Cortina, dei Camosci di Auronzo, dei Catores di Ortisei. Un gruppo che ha scritto e continua a scrivere brillanti pagine di storia alpinistica, privilegiando le Dolomiti cadorine, ma girando anche il mondo.
Dalle pionieristiche avventure di Arturo, Camillo, Duilio, Italo, Piero, Renato, Roger e Ugo alle odierne perlustrazioni extraeuropee; dalla prima via nuova sul simbolico Campanile Toro alle realizzazioni moderne, che tendono sempre più in alto; dall’esplorazione delle lavagne più lisce e strapiombanti alla riscoperta di un alpinismo antico con i concatenamenti estivi e invernali sulle Marmarole, la storia dei Ragni riflette quella di tre generazioni di pievesi.
Vicende tessute di entusiasmi e paure, successi e delusioni, disgrazie e riconoscimenti, simili a quelle di altri gruppi ma uniche perché schiettamente cadorine. I Ragni, come i cugini ampezzani, gardenesi e lecchesi, hanno dalla loro parte il fatto di tenere duro da oltre sessant’anni, rinforzando sempre le file con giovani scalpitanti. Non si dedicano solo alla roccia pura, ma svolgono anche attività di soccorso, promuovono iniziative culturali, avviano i giovani alla montagna, scoprono e curano sempre nuove palestre di roccia. In ultima analisi, arricchiscono il territorio, dando a Pieve e al Cadore il “quid” in più, che può giovare ad attrarre valligiani e turisti e portare sulle vette chi non le conosce o non osa avvicinarvisi.
Storie e memorie di uomini e di montagne, dunque, e anche fervidi propositi per il futuro. Conoscendo tante delle cime amate dai Ragni e apprezzando la storia e la memoria dell’alpinismo dolomitico, ci fa piacere augurare ai ragazzi di Pieve il più cordiale Ad multos annos!
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