L'11 febbraio scorso, in occasione della terzultima serata del ciclo dedicato al cinema di montagna, il CAI - Sezione di Auronzo ha presentato in Sala Consiliare due opere di Severino Casara: il celebre lungometraggio "Cavalieri della Montagna", con cui l'alpinista vicentino nel 1947 esordì nel cinema, e il cortometraggio "La Guglia Edmondo de Amicis", posteriore di qualche anno. Durante la piacevole serata, coordinata dal dottor Siro Maschio e che ha visto la presenza di molti interessati, gli organizzatori hanno voluto coinvolgere anche il sottoscritto. Ho avuto quindi il piacere di portare la mia breve testimonianza su Casara, alpinista ma soprattutto amante della montagna, che ebbe la sventura di incappare in alcune traversie ed essere così emarginato dal mondo alpinistico italiano. Conobbi Casara nell'estate '76 al Rifugio Lavaredo, e lo frequentai varie volte, sia in montagna sia in città, fino a poco prima della scomparsa. Tra gli anni Settanta e Ottanta ripetei anche due delle sue oltre 200 vie alpinistiche, la Casara-Baldi-Rosenberg sulla Torre Toblin e la Casara-Cavallini sulla Torre Comici. Dell'avvocato alpinista, a oltre un trentennio dalla scomparsa, conservo ancora il ricordo di un uomo innamorato a livello maniacale dell'alpinismo, amabilissimo conversatore sempre disposto a raccontare e a raccontarsi. Ho quindi rivisto con un po' di emozione il film presentato da lui stesso a Cortina a vent'anni dalla morte della guida Angelo Dibona, che gli era stato buon amico e ottimo compagno di cordata. Grazie agli amici auronzani, per una sera ci siamo immersi in un mondo alpinitico ormai scomparso e abbiamo potuto ricordare una figura che ha contribuito come pochi altri a illustrare e far amare le pallide Dolomiti.
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