Il passaggio ai piedi della parete E del Taburlo, che collega le Ruoibes de Fora con Progoito; la cengia che percorre le pendici di Ra Sciares sulla Croda Rossa, unendo i circhi che fanno capo a Forcella Colfiedo; il tracciato militare sul versante sud di Ra Zestes sotto la Tofana III; l’attraversamento - battuto dagli ungulati e noto anche ai guardaparco - dalla via normale del Col Rosà al sentiero di Posporcora; la cengia sull’avancorpo delle Lainores che, stando sotto roccia, collega in modo originale la normale della cima col Cason d’Antruiles. Sono soltanto alcune possibilità, alcune delle quali restano per ora nel carnet delle cose da fare, per realizzare escursioni abbastanza impegnative sui monti ampezzani, unendo peculiarità naturalistiche, storiche ed alpinistiche. A loro potrei aggiungere la cengia naturale e la Cengia “Polin” sulla parete SW della Tofana de Rozes; un paio di percorsi sugli Orte de Tofana; gli accessi diretti dalla Val di Fanes al Col Rosà e al Valon Bianco (con successiva discesa in Val Travenanzes per altro percorso militare); la cengia descritta su “Le Alpi Venete” che collega i bivacchi Slataper e Comici traversando dietro le Tre Sorelle. Mi fermo, giacché capisco che per conoscere profondamente le crode ampezzane anche a me difettano ancora alcuni tasselli. D’altronde, mi posso ritenere più che fortunato, per avere raggiunto tante altre mete, sovente scomode e aspre, ma originali: la citata cengia sull’avancorpo delle Lainores, la Ponta del Pin, la Pala de ra Fedes, il Taburlo, vari sentieri sui Zuoghe e Ra Ciadenes; il Pezovico, quello che soprannominai "l'accesso dei bosniaci"v a Son Pouses ecc.. Nel mio “libro dei sogni” ci sono ovviamente molte pagine bianche: con le idee che mi vengono di anno in anno, non so se riuscirò a riempirle e leggerle tutte. Se lo faranno altri, gli appunti per l’auspicato aggiornamento della guida delle “Dolomiti Orientali”, al quale tanti appassionati sarebbero in grado di dare una mano, potranno essere redatti ugualmente.
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