Un giorno d’estate del 1876, Alessandro Lacedelli detto Sandro da Melères, guida alpina e pioniere dolomitico che ha partecipato a numerose conquiste e ad altrettante parteciperà fino alla fine del secolo, sale da solo la Punta Nera, che domina i Tondi di Faloria e si vede fin dal centro di Cortina. Accanito cacciatore, Sandro è partito a piedi dal paese, ha rimontato le pendici del Mondeciasadió (odierno Monte Faloria) e scavalcato le Crepedeles (odierni Tondi di Faloria). Da Forcella Faloria scorge col binocolo un branco di camosci che corre lungo l'enorme vallone ghiaioso che scende dalla Punta Nera in Val Orita, e decide di seguirli. Alessandro aveva sicuramente lo schioppo con sè, e un pezzo di carne gli avrebbe fatto comodo. A casa lo aspettavano moglie e figli, e un bel capo poteva senz'altro arricchire la dieta familiare, basata sui prodotti dei campi, dei pascoli e del bosco. Risalì le ghiaie fin quasi alla Sella, terreno fino allora alpinisticamente vergine. Appostatosi dietro un masso, mirò ad un maschio che fuggiva e, scorgendo sangue sulle rocce, affrontò la cresta della Punta Nera. Per essa, su roccia friabile, giunse in breve sulla cima, da cui poté godere per primo di un incomparabile panorama sulla sua Cortina. Fu la prima salita documentata della Punta Nera, montagna che domina i Tondi di Faloria e fino al 1939, con la costruzione della Funivia “Principe di Piemonte” richiedeva oltre cinque ore di salita. Oggi da Faloria ne bastano un paio.
1 commento:
Stupenda la foto del Pelmo con la luna!!!! Complimenti Ernesto
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