A Cortina ci sono obiettivi proficui per gli escursionisti che desiderano conoscere e non solo collezionare gradi e quote. Suggerisco una cima minore, ma remunerativa: la Croda de r’Ancona, che incombe maestosa sulla Strada d’Alemagna con un torrione roccioso appoggiato su un ampio zoccolo di detriti, mughi e conifere. Sul versante opposto, la Croda si mostra più mansueta: , il suo tallone d’Achille risiede nella cresta O, che degrada su Ra Stua, inarcandosi a metà con un piccolo dosso, dove sorge un segnale trigonometrico, la Croda dei Ciadis. Non so quante volte sono salito sulla Croda: facevo le medie, quando mi ci condusse mio padre, battitore appassionato della zona, allora come oggi fuori del vasto novero delle montagne dolomitiche impacchettate con funi, gradini e scale metalliche e pubblicizzate ai quattro venti. Sulla Croda non ci sono ferrate: o meglio, ce n’è una breve, casereccia, mai collaudata, ma percorribile. E’ una lunga fune rugginosa, che consente di scendere con una sicurezza "morale" verso lo scenografico Busc de r’Ancona, sulla cresta di Ra Ciadenes, dal quale si rientra alla base su labili tracce di guerra. Il 22.8.2002 portai sulla Croda il primo libro di vetta, sostituito con uno più robusto il 15.10.2006. In un lattiginoso giorno di settembre, la nebbia ci fece quasi smarrire la traccia sul dosso traforato da residuati bellici dei Ciadis, allora quantomai silenzioso e avvolto da inquietanti nebbie. Credo che tonerò ancora sulla Croda con amici che non la conoscono, per mostrare loro un angolo dolomitico minore, poco reclamizzato ma non per questo meno interessante.
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