Riannodando il filo dei ricordi di montagna, ho notato che riesco ad associarne uno quasi a ogni giorno dell’anno. Il 2/11/79, ad esempio, sotto una precoce nevicata, ero presente alla salita della Via Scoiattoli sulla parete E del Popena Basso, la cupola coperta di mughi che cade verso Misurina con strapiombi grigi e giallastri, solcati da vie di ogni difficoltà. Leggo nel "Berti" che la via, realizzata da Albino Alverà e Romano Apollonio il 29/6/1942, presenta un dislivello di 90 m con difficoltà di VI, e per superarla occorsero 22 chiodi: l’itinerario, breve ma secco, fu la prima via di sesto grado aperta dagli Scoiattoli. La seconda ascensione spettò a Francesco Corte Colò e Valerio Quinz il 13/9/1949, mentre la prima solitaria, nel 1952, fu opera di un Molin (Alziro o Attilio). I protagonisti dell'ascensione a cui assistei erano Enrico e Stefano, quest'ultimo non ancora sedicenne: per me la via era improponibile, e così mi accontentai di salire un pezzo dell’adiacente Mazzorana-Adler, tracciata dalla guida Piero Mazzorana con un cliente il 17/8/36 e divenuta poi una classica. Ritiratomi sotto la neve, tornai a completare la Adler con Carlo cinque anni dopo, esattamente il 3/11/84. Vista la piacevolezza dell’itinerario, lo salii ancora in alcune occasioni. Nel 2008 sono salito ancora una volta sul Popena Basso, per la facile via normale. Ho potuto così riguardare le rocce alle quali sono legate diverse giornate della mia carriera di scalatore, che si espresse bene fino ad un certo punto e oltre, saggiamente, si arrestò. Mi piace tornare su quella mansueta cupola che guarda il lago di Misurina, lungo il sentiero, non segnalato e per questo noto solo a chi arrampica, che s’inerpica fra alberi, sassi e baranci fino in vetta: intanto la valigia dei ricordi non si chiude mai.
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