Nonostante sulla cima della Croda Rossa d’Ampezzo, durante la Grande Guerra fosse stato installato dall’esercito Austro-Ungarico un posto d’osservazione, che è pluasibile servisse ai militari durante tutto l’anno, la prima salita invernale ufficiale della grande montagna fu portata a termine solo ottnat'anni dopo, nel secondo dopoguerra. Il 9/3/1953, infatti, gli ampezzani Lino Lacedelli, Ugo Pompanin, Guido Lorenzi, Albino Michielli, Angelo Menardi Milar (Segretario della locale sezione del CAI e appassionato alpinista) portarono a termine in una giornata l’ambita ascensione, partendo dalla Val Montejela e seguendo il canalone ovest, salito da Paul Grohmann con Angelo Dimai Deo e Angelo Dimai Pizo nell’estate 1865, interrotta “a due passi dalla cima” per un errore di prospettiva e felicemente conclusa il 20/6/1870 da Edward Robson Whitwell con Christian Lauener e Santo Siorpaes. Prescindendo dalle difficoltà tecniche dell’ascensione, che in ogni caso, in presenza di neve e ghiaccio, diventano spesso ostacoli molto seri, la prima invernale della Croda Rossa, che non risulta citata dalla stampa del tempo, fu un’impresa di un buon valore. L’ultima invernale sulle grandi montagne del comprensorio ampezzano fu ripetuta anche in seguito (la seconda salita è opera di Marino Dall’Oglio, accademico del CAI e profondo conoscitore della montagna, salito con la consorte Klara nel 1967), e forse fu meno complicata di quell’estiva, giacché di solito il freddo rinsalda i sassi mobili e rende più sicura la roccia della Croda, nota per la sua inquietante consistenza che ne allontana ancora oggi molti aspiranti salitori.
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