Trentadue anni fa per la prima volta, e poi in alcune altre occasioni, scesi con vari amici lungo il marcato imbuto roccioso in cui scorre il Ru de r Ancona, che dal Busc omonimo ("location" della leggenda del diavolo, che sarebbe scappato dalla valle d’Ampezzo bucando a cornate la parete della Croda de r Ancona perché non era riuscito a convertire a suo vantaggio gli ampezzani) scende a lambire la strada d’Alemagna all’altezza del Ponte de r Ancona. L’imbuto caratterizza un angolo piuttosto impervio del Gruppo della Croda Rossa, e si estende su un dislivello di circa 500 metri. Con un minimo di disinvoltura, dato che il letto detritico è piuttosto sconnesso e mancano le tracce, è ancora transitabile, eccetto un tratto. Abbastanza in basso, infatti, il torrente si allarga in una piccola pozza, oltre la quale uno strapiombo, percorso da una bella cascata e troppo alto per essere disceso con un salto, impedisce la discesa escursionistica. La chiave del problema sta sul versante destro del canalone. Tracce nel bosco raggiungono un cippo forestale e poi discendono nel sassoso solco del rio, permettendo di evitare comodamente l’ostacolo e di riprendere il percorso. Il canale, secondo me risalito da pochi, anche perché in alto è friabile e faticoso, fu disceso con gli sci intorno al 1984 da Nina Ford, sola: l’avventura fu descritta sul semestrale “Le Dolomiti Bellunesi”. Tra le escursioni "selvagge" possibili a Cortina, questa è consigliabile a persone esperte e disincantate, munite di buoni garretti e robuste calzature. Salire al Busc per il sentierino militare che fiancheggia il canale sulla sinistra (indicato da qualche segno rosso), traversare l’alto e singolare arco roccioso e poi destreggiarsi tra i massi e le ghiaie fino alla strada: è un grande “sentiero selvaggio”, mai comparso finora nelle varie antologie, che consente di recuperare un frammento di wilderness altrove ormai dissoltasi.
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