Prendete l’autobus urbano, l’automobile oppure salite a piedi, oltrepassando le ultime case di Col, fino al masso, già palestra di roccia, che incombe sulla Strada 48 delle Dolomites, subito prima della galleria di Crepa, nei pressi del belvedere su Cortina dove in primavera e in estate si fermano tutti i motociclisti in transito ad ammirare Cortina. Di fronte a voi un sentiero, risistemato e segnalato qualche anno fa, s’interna fra i roccioni che strapiombano sulla strada. La traccia sale subito ripida nel misterioso e ombroso bosco di latifoglie intercalato da salti rocciosi (anni fa vi era stato steso un tratto di fune di ferro per sicurezza), rasenta una protezione di legno dalla quale si gode un bel panorama e porta in piano all’Ossario, importante monumento che spesso neppure la nostra gente conosce e visita. Dopo una breve sosta, proprio sul retro dell’Ossario imboccate il sentiero 451, che traversa la rocca di Crepa e scende fra gli alberi, con qualche altra facilitazione in legno, dato l’ambiente scosceso, fino a giungere in vista della strada fra Lacedel e Pocol. Passato un tratto sotto roccia, prima di congiungervi con la strada, deviate a destra e per una traccia poco marcata tra gli alberi rientrate al punto di partenza. In un’oretta avrete compiuto un anello escursionistico diverso e molto interessante. Caratteristiche di questo percorso sono: fino a qualche anno fa, fra quei roccioni, dimorava la colonia di camosci più “meridionale” d’Ampezzo; sui sentieri non c'è praticamente mai nessuno; specialmente nel tratto in salita (che ovviamente si può percorrere anche al contrario), l’atmosfera è ottocentesca, direi quasi un po’ gotica. La zona mi piace e ci vado spesso, perché siamo appena sopra le case e pare di essere già molto in alto, e fra quelle rocce aleggiano ancora gli spiriti di Maria de Zanin, del soldato romano che la insidiava, delle anguane dei boschi di Federa e di tanti altri personaggi leggendari.
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