Perdura una discordanza anche nella salita della Torre Lusy, una delle cime della Torre Seconda d’Averau. Nella Rivista del CAI del 1914, Marino Lusy affermò di aver salito la torre – dedicatagli dalle guide ampezzane – l'1/8/1913, ma non con Zaccaria Pompanin, bensì con Bortolo Barbaria. In calce, poi, alla relazione della via “Miriam” sulla Torre Grande, Berti cita una variante di Angelo Dibona con ignoto del luglio 1928. La variante sarebbe lunga 50 metri e conterebbe anche alcune ripetizioni. Nonostante l’attento spoglio del libro di vetta, però, nel 1928 non si trovano salite di Dibona. Angelo salì la “Miriam” varie volte nel periodo: ammesso che alcune ascensioni siano sfuggite, giacché nel libro mancano tre stagioni e molte firme sono illeggibili, nel luglio 1928 non c’è traccia di quanto riporta Berti. La questione ha scarso rilievo, ma dimostra che per la sua guida, neppure Berti riuscì a consultare tutte le fonti disponibili, e dovette ricorrere spesso a dati non certi. Sempre dal libro della Grande: la “Diretta Dimai” sulla parete sud-est, prima via di VI sulle Torri, fu aperta da Giuseppe Dimai, Celso Degasper, Angelo Verzi e Giuseppe Ghedina, non nell’agosto 1933 come indica il “Berti”, ma il 16/7/1934. Il 23 settembre di quell’anno, Luigi Franceschi ed Emilio Siorpaes furono i primi ripetitori, mentre la prima solitaria spettò ad Ettore Costantini, l'1/10/1944. Passando poi al Becco di Mezzodì, non è esatto che la prima salita del Camino Barbaria sulla parete nord, attribuita a Francesco Berti, Ludovico Miari, Bortolo Barbaria e Giuseppe Menardi, sia avvenuta il 2/9/1908: essa fu compiuta il 19 agosto di quell’anno, mentre la seconda salita della via, il 31/7/1909, spettò alle sorelle von Eötvös con Antonio Dimai e Agostino Verzi. Il “Camino Haupt-Lömpel”, infine, aperto sulla medesima parete da Gabriel Haupt e Karl Lömpel “nell’estate 1912” secondo Berti, fu salito esattamente il 15 agosto di quell’anno.
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