E' ricorso di recente il centenario di una via che, ai suoi tempi, fece una certa fortuna ma poi è stata dimenticata a vantaggio di altre avventure più comode, su roccia migliore, più atletiche e via discorrendo. Si tratta del “Camino Barbaria”, che incide per 200 metri la parete N del Becco di Mezzodì, proprio in faccia al Rifugio Croda da Lago. L’ombroso condotto, valutato oggi di buon IV, fu salito il 19 agosto (non il 2 settembre, come riportano diverse pubblicazioni!), dagli alpinisti veneti Francesco Berti e Ludovico Miari, con le guide Bortolo Barbaria "Bortolin Zuchin" e Giuseppe Menardi "Bepe Berto". Barbaria, figlio e padre di guide ed esperto di camini dolomitici, aveva a quel tempo 35 anni, e lo trova attivo sulle montagne almeno fino al 1939, quando – sessantaseienne – risulta che salì la via normale del Piz Popena con un cliente. Giuseppe Menardi Berto, invece, di anni ne aveva 39, fu in esercizio fino allo scoppio della guerra, quando venne richiamato, e terminò i suoi giorni in un ospedale militare quattro anni dopo. Seconde salitrici del camino, il 31 luglio 1909, saranno le baronesse ungheresi Ilona e Rolanda von Eötvös, con gli inseparabili Antonio Dimai e Agostano Verzi. Non ho notizie della prima solitaria e della prima invernale, se mai sono state effettuate. Della via ho una bella testimonianza di mio padre, che provò il “Barbaria” nel 1942 con un collega, ma dovette ritirarsi per il freddo pungente. Il camino, che ha compiuto da poco un secolo, ricorda una brava guida dell’epoca d’oro dell’alpinismo ma non è mai divenuto una classica delle nostre crode.
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