Quante volte, in natura, c’è capitato di sorprendere, o essere sorpresi da animali? Credo sia successo a tutti; un camoscio, un capriolo, un cervo, una vipera o altri esseri animati hanno sicuramente rallegrato, se non movimentato le nostre passeggiate in montagna. Fin qui niente di strano. Personalmente ricordo vari episodi, uniti dallo stupore destato dall’incontro con la fauna dolomitica. Tanto più in occasioni in cui ero solo ed immerso nei miei pensieri, per cui l’incontro con un selvatico, anche piccolo, poteva causare momenti di apprensione. Oltre alla fulminea discesa di almeno sessanta camosci dalla cupola dei Zuoghe, che mi sorprese mentre iniziavo a salire il costone dopo la radura con la mangiatoia, mi viene in mente un altro episodio, curioso più che spaventevole. Stavo percorrendo, lentamente e intento ad ossigenarmi a pieni polmoni, la strada militare dei Tizoi Storte verso Lerosa. Erano i primi di maggio, non c’era anima viva e varie chiazze di neve disturbavano ancora la progressione. L’idea era quella di salire la Croda de r’Ancona; giunto però ai Ciadis, dovetti arrendermi, perché il versante N della Croda era coperto da una robusta coltre nevosa, che suggeriva di aspettare ancora. Poco prima, fui sorpreso, e mi si gelò quasi il sangue, da un rumore insolito, forte e secco, come di una catasta di legna che si rovescia. Alzando gli occhi, ammirai stupefatto una palla nera con le ali che si allontanava da un folto cespuglio: era un gallo cedrone, animale notoriamente goffo e schivo. Un’occasione piuttosto rara, di vederlo "en plein air"! Giunto a Lerosa, un paesano arrivato prima di me, confermò che, poco prima, aveva fatto lo stesso incontro. Fui lieto di condividere, non dico lo spavento, ma il brusco risveglio dai nostri pensieri per merito di un volatile, non bello ma raro da osservare, tanto più lungo un sentiero battuto.
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