Il passaggio ai piedi della parete E del Taburlo, che collega le Ruoibes de Fora con Progoito; la cengia che percorre le pendici di Ra Sciares sulla Croda Rossa d’Ampezzo, unendo i circhi che fanno capo a Forzela Colfiedo; il tracciato militare sul lato S di Ra Zestes sotto la Tofana Terza; l’attraversamento - battuto dagli ungulati e noto anche ai guardaparco - dal sentiero 447 del Col Rosà al 408 del Passo Posporcora; la cengia sull’avancorpo delle Lainores che collega sotto roccia, in modo originale, la via normale della cima con Antruiles. Sono alcune possibilità, che chi scrive ha già verificato o deve ancora controllare sul terreno, per escursioni abbastanza impegnative sui monti ampezzani, che uniscono peculiarità naturalistiche, storiche ed alpinistiche. Si potrebbero aggiungere due cenge sulla parete NO della Tofana Prima; un paio di percorsi sui Orte de Tofana; gli accessi diretti dalla Ria Longa in Val de Fanes al Col Rosà e dai Pantane al Valon Bianco; la cengia che collega i bivacchi Slataper e Comici traversando dietro le Tre Sorelle. Mi fermo, giacché capisco che stiamo scivolando sul tecnico. Comunque, per conoscere più che profondamente le crode ampezzane forse anche a me difettano molti tasselli. D’altronde, mi posso ritenere fortunato, per avere raggiunto tante altre mete, sovente scomode e aspre: la cengia sull’avancorpo delle Lainores, la Ponta del Pin, la Pala de ra Fedes, il Taburlo, vari sentieri sui 'Suoghe e Ra Ciadenes; il Pezovico. Nel mio “libro dei sogni” ci sono ancora molte pagine bianche: con le idee che mi vengono di anno in anno, magari le potrei riempire, ma non so se riuscirò mai a leggerle tutte. Se lo faranno altri, gli appunti per l’auspicato ma forse utopico aggiornamento della guida delle “Dolomiti Orientali”, al quale tanti appassionati potrebbero dare una mano, potranno essere redatti ugualmente.
1 commento:
Credo che la cengia del Lainores di cui parli sia quella ascendente, ben visibile, dalla Cortina-Dobbiaco e che termina (in alto) poco al di sopra di Forcella Lainores lato Croda Camin. Se e` quella, l'ho percorsa in discesa alla fine degli anni '70 durante un giro Antruiles-Ruoibes de Inze-F.la Camin-F.la Valun Gran-Fodara Vedla-F.la Lainores. Qui giunto mi incuriosi` un ometto di pietre che si ergeva pochi metri sulla destra e, invece di salire al Lainores, raggiunsi l'ometto e vidiche iniziava una cengia in discesa. La percorsi con una certa apprensione (io sono un fifone) perche` era cementata e, sebbene mai veramente stretta, era inclinata verso l'esterno. In ogni caso arrivai sano e salvo in fondo alla valle.
Il Vallon Bianco l'ho salito insieme ad Albert Brizio nel 1993, lasciando la strada di Fanes alquanto prima del Lago di Fanes, se ben mi ricordo in corrispondenza di un enorme roccione e, dopo aver salito il ghiaione, abbiamo imboccato una larga cengia, ricca di postazioni, al cui termine siamo risaliti decisamente verso la cima. Difficolta` tecniche non ce ne sarebbero (neanche per uno come me), se non fosse che in corrispondenza dell'unico breve camino verticale (secondo grado, forse) ebbi la malaugurata idea di allungare troppo il braccio sinistro, con il risultato di lussarmi (come accaduto altre 8 volte) la spalla sinistra. Non riuscendo ne` io ne` il mio amico a rimetterla a posto, fui costretto a ... continuare la salita con un braccio in meno e arrivare al Codivilla dopo 5 ore (caspita con una spalla lussata si riesce ben a camminare!!!). Aggiungerei tra le varie cenge poco frequentate quella che dalla Croda Longes scende a F.la Pomagagnon. Questa la percorsi l'anno successivo, sempre con Albert, in un giro Ferrata Strobel-Forcella sotto la Bujela del Pomaganon-traversata (un po' avventurosa) fino al canalone che sale tra Croda Pomaganon e Croda Longes-Croda Pomagagnon. Qui le notizie che avevamo raccolto erano contrastanti. Sul Berti si parlava di un passaggio di primo grado tra le due Crode, ma il Visentini sosteneva che molto doveva essere cambiato su quei monti visto che quel passaggio sembrava ora superabile solo "con una arrampicata piuttosto acrobatica". Osservando bene, pero`, ci accorgemmo di una possibilita` di salita (del tutto invisibile dall'alto). Qualche decina di metri prima che il canalone terminasse in una forcelletta che si affacciava sulla parete Sud, una breve paretina sufficientemente appigliata permetteva di raggiungere il culmine della cengia da cui con divertente discesa raggiungemmo F.la Pomagagnon (parlando con Albert, un paio di anni fa, gli chiesi se la mia valutazione di una difficolta` intorno al secondo grado era corretta; lui mi rispose che se la ricordava un po' piu` difficile). Per inciso anche quel giorno, prima di iniziare la Strobel, mi lussai la spalla, ma questa volta Albert fu capace di rimettermela a posto e tutto filo` per il meglio (i dolori subentrarono nei giorni seguenti). In ogni caso tutto il versante Nord del Pomagagnon e` affascinante per lo stato di abbandono "escursionistico" in cui si trova (da questo lato ho salito, con grandissima soddisfazione, oltre alla Croda Pomagagnon, Ra Pezories (quanti baranci!!!) e la Costa di Bartoldo. Chiedo scusa per essere stato cosi` prolisso, ma avevo voglia di parlare di montagne, che sento un po' anche mie.
Saverio
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