Nel giugno 1989, quando il Brite de Leroşa offriva ancora un sia pur rustico riparo ai passanti, sul “libro del rifugio” (rimasto lassù per almeno un ventennio a disposizione di chi sostava nel ricovero) trovai una nota di Giuliano Girotto. Insegnante veneziano accasatosi in Cadore, poco prima di essere travolto a quarant’anni da una valanga lungo il Graon de ra Zerijeres il 30 aprile dello stesso anno, Girotto aveva compiuto la probabile prima traversata scialpinistica dalla Pala de ra Fedes, di fronte alla Croda Rossa d’Ampezzo. Memore della notizia (che conservo, se servisse ad un ipotetico aggiornamento della guida “Berti”), qualche anno dopo traversai per due volte la Pala d’estate, salendo da Lerosa e scendendo al Bivacco Dall'Oglio. Fu un’escursione originale e appagante, che ritengo fra le mie migliori di quegli anni fortunati. La Pala de ra Fedes (m. 2733) è il rilievo più marcato della dentellata cresta O della Croda Rossa, che inizia a cavallo fra i Tremonti e le Valbones e va a concludersi sull’anticima della montagna. La cima della Pala era individuata solo da due piccoli ometti, eretti da cacciatori o alpinisti avventurosi. La nostra salita iniziò a Rufiedo, e si svolse sul versante che la Pala espone a Lerosa, per placche coperte di ghiaino e ripide come il tetto di una chiesa. Per scendere individuammo un canale friabile sul versante opposto, dove tracce di camosci ci lasciarono uscire un po' sotto l’imbocco della Via Grohmann alla Croda Rossa. La gita non è sicuramente alla portata di tutti, svolgendosi in una zona impervia, franosa, senza tracce e con qualche difficoltà. Tra le varie prerogative, però, il panorama sui monti d’Ampezzo che godemmo dalla stretta cima era davvero unico e, dopo Girotto e pochi altri che traversarono la Pala con gli sci, mi pregio di essere fra i pochi che l'ha visitata d’estate per ben due volte!
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