Non è una novità: dopo tanti vagabondaggi montani, mi sono affezionato alla dorsale del Pomagagnon, che incornicia a NE la conca di Cortina e offre svariate possibilità di camminare e arrampicare su varie difficoltà. Fino ad oggi ho raggiunto quasi tutte le sommità del gruppo: Pezovico e Quota 2014, Punta Fiames, Punta della Croce, Campanile Dimai, III Pala de ra Pezories, Gusela de Padeon, Croda Longes, Croda del Pomagagnon, Testa e Costa del Bartoldo, Punta Erbing, Pala Perosego. Dato per certo che il Torrione Scoiattoli, ai piedi delle Pezories, presenta difficoltà oggi per me insuperabili, e la Punta Armando (sulla cresta del Campanile Dimai) ha rilevanza solo alpinistica, mi mancherebbero ancora tre vette, due Pale de ra Pezories e la Croda dei Zestelìs. Sono cime visitate di rado, isolate e scontrose, ideali per la stagione avanzata quando in alto la neve è già arrivata. So di amici saliti sulla I Pala delle Pezories, ma sulla Croda dei Zestelis non ho notizie fresche. Nel suo libro sul Cristallo, Visentini suggerisce di salirvi da N, da Forcella Zumeles, ma un'altra pubblicazione in tedesco parla anche di una possibilità da S, dal canalone tra la Croda e l’adiacente Costa del Bartoldo, che si raggiunge per la III Cengia e con difficoltà contenute porta sulla Forcella dei Zestelìs e in cresta. Come le Pale delle Pezories, anche questa rimane una cosa da fare. Per ora studio la zona, e immagino cosa possano offrire quelle cime disertate, dove l’uomo appare di rado e che, nonostante siano abbastanza accessibili, pochi si prendono la briga di visitare.
1 commento:
Sempre Paolo ed io, quest'estate siamo "capitati" sulla Prima Pala Pezories. Dico "capitati" perchè la nostra meta era la Bujela de Padeon, ma abbiamo mancato l'attacco della Bujela di così tanto, che alla fine eravamo più comodi ad attaccare la Prima Pala piuttosto che tornare nella zona giusta dell'attacco della Bujela. E così facemmo. La sorpresa è stata bellissima, tra le cime "dimenticate" d'Ampezzo una delle migliori!!
L'accesso dalla val Pomagagnon non è propriamente turistico: una salita ripida tra i mughi e qualche canalino/camino che richiede di mettere le mani su roccia, ma niente di difficilissimo. La sorpresa enorme è, dopo aver superato gli ultimi canalini, trovarsi su una cima vastissima, tutta ricoperta di prati. Spazi enormi, ma raggiungibili solo per pochi passaggi nascosti; prati dolci da un lato, ma precipizi su Fiames dall'altro: un sacco di interessanti contrasti! E poi resti militari... La classica cima da cui non si vorrebbe più scendere.
Tra l'altro, noi non lo abbiamo provato, probabilmente si può concatenare la salita alla Prima Pala Pezories dal versante sud (partendo dalla val Pomagagnon) con una discesa tra mughi sul versante nord-est (lato Val Granda).
Visto che parlo di Pezories, ne approfitto per fare due domande sul gruppo. Intanto inquadriamo la zona, scoperta durante un'altra gita interessante, la nostra prima gita selvaggia sul gruppo del Pomagagnon fatta in estate 2008. Parlo della salita alla "Forcella Alta" e alla "Quota 2100" delle Pale Pezories, raggiunte faticosamente ma senza grosse difficioltà da Fiames. Altro ambiente tanto bello quanto isolato, e difficilmente intuibile dal basso. Ma veniamo alle domande: Domanda 1)vicino alla torre Scoiattoli, tra le quinte rocciose delle Pale Pezories, si vede un'enorme clessidra di roccia, un vero e proprio pozzo racchiuso da un ponte di roccia. Luogo che solo durante la salita alla Forcella Alta ho visto e credo non si riesca a vedere da Fiames. Qualcuno che sappia arrampicare bene (non io) è mai andato a scalare nei dintorni e magari ci si è calato dentro? Domanda 2)Come mai la "Quota 2100" delle Pale Pezories non ha un nome? Un nome lo ha Pezovico, un nome lo hanno le Pale Pezories, perchè questa cima, ben individuata tanto quanto le altre, non è mai stata nominata? Non è che magari la stessa persona (chissà in che epoca..) che ha chiamato Pezovico e Pale Pezories le cime ai suoi lati le ha dato un nome, e questo nome si è perso?!
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