Non appena il tempo lo permetterà prendete l’autobus, l’automobile o salite a piedi, oltre le case di Col, fino al gran masso, già palestra di roccia, che incombe sulla Strada delle Dolomiti. Poco prima della galleria nei pressi del belvedere su Cortina dove d’estate si fermano tutti i motociclisti in transito, un sentiero, sistemato e segnalato qualche anno fa, s’infila subito fra i roccioni che strapiombano sulla strada. La traccia sale ripida, nell’ombroso bosco di latifoglie intercalato da salti rocciosi (una volta c’era un tratto di fune di ferro per sicurezza), lambisce una protezione di legno dalla quale si vede un bel panorama e porta in piano al piazzale dell’Ossario, monumento che spesso neppure la nostra gente conosce e visita. Dopo una breve sosta, sul retro dell’Ossario imboccate il sentiero CAI 451, che traversa la rocca di Crepa e scende fra gli alberi, con qualche facilitazione dato l’ambiente scosceso, fino a giungere in vista della strada sterrata fra Lacedel e Pocol. Passato un tratto sotto roccia, prima di congiungervi con la strada, deviate a destra e per una pista poco marcata tra gli alberi rientrate al punto di partenza. In un’oretta avrete realizzato un anello escursionistico molto interessante. Caratteristiche di questo percorso: fino a qualche anno fa, fra le rocce dimorava la colonia di camosci più “meridionale” d’Ampezzo; sui due sentieri non si trova quasi mai nessuno; specialmente nel tratto in salita (che naturalmente si può percorrere anche al contrario), l’atmosfera è abbastanza ottocentesca, quasi un po’ gotica. La zona mi piace e vi ritorno spesso, perché siamo appena sopra le case e pare di essere già molto in alto, e fra quelle rocce aleggiano ancora gli spiriti di Maria de Zanin, del soldato romano che la insidiava, delle anguane dei boschi di Federa e di tanti altri personaggi leggendari.
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