Per una volta, non parlerò di montagne o di scalate, anche se l’ambientazione di queste righe è comunque montana. Il protagonista della storia è Angelo Majoni, dentista, ginecologo ed internista la cui fama valicò anche i confini del paese nativo, cultore di studi storici e coautore della prima guida turistica vera e propria della valle, Oltre che ligio e stimato professionista, il medico fu un pioniere degli sport invernali, giocatore di golf, socio e consulente della Società Ginnastica, del Museo Elisabettino e dei Pompieri Volontari, ma non credo sia stato alpinista, almeno non arrampicatore. Quest’autunno compirà ottant’anni la sua opera più famosa, “Cortina d’Ampezzo nella sua parlata. Vocabolario ampezzano con una raccolta di proverbi e detti dialettali usati nella valle”, primo ampio glossario della parlata ampezzana, che Majoni concluse ufficialmente il 10 ottobre 1928. Lascio ad un mio più dettagliato articolo, che dovrebbe uscire sulla “Rivista Cortina” nell’estate prossima, definire meglio la sostanza letteraria e scientifica dell’opera del mio omonimo. A quell’articolo vorrei però aggiungere un piccolo, simpatico episodio, che in precedenza mi è sfuggito. Il 28 ottobre 1930, ottavo anniversario della marcia su Roma, nell’osteria di Ospitale d’Ampezzo si tenne una cena. Vi parteciparono alcuni ampezzani nati nell’anno 1870, vale a dire i sessantenni del paese, uno dei quali era proprio “el dotor Majoni”. Bene: in quella occasione conviviale, il medico fece omaggio - a tutti i suoi coetanei presenti - di una copia con dedica del vocabolario, uscito per i tipi della Tipografia Valbonesi a Forlì poco più d’un anno prima. Una galanteria d’altri tempi? Ricavo questa notiziola da una preziosa copia di “Cortina d’Ampezzo nella sua parlata”, autografata e dedicata dall’autore a Gottardo Zangrandi, mio lontano parente acquisito, nato nel 1870, che deve averla consultata, visto che quando la ricevetti era piuttosto usurata!
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