martedì 17 agosto 2010

Torre Wundt, un nome ricco di storia

Forse è la Torre Wundt la cima che personalmente ho amato di più, salendo in vetta per 19 volte nel giro di un quindicennio. Ma essa, fino alla fine del secolo XIX, non si chiamava così. Gli antichi auronzani, sul cui territorio si erge il torrione che sorveglia i pascoli del Ciadin dei Toce, dove un tempo alpeggiavano le pecore della Val d'Ansiei, lo chiamavano Popena Piciol (Piccolo Popena). Chissà perché Popena, visto che le guglie del Popena, la Val Popena alta e bassa, il Passo e la Forcella Popena si trovano proprio sull'altro versante, a cavallo del confine di Auronzo con Ampezzo. A parte questo, soltanto nel 1893 due persone provarono a salire quel torrione che si vede bene già da lontano. Erano la guida di Cortina Giovanni Siorpaes Salvador detto “Jan de Santo”, di anni 24, e il robusto Barone Theodor von Wundt di anni 35, alpinista teutonico con due passioni: le salite invernali e la fotografia. Il torrione, che incombe per circa duecento metri sul Passo dei Toce, venne vittoriosamente salito il 27 giugno, dapprima circuendolo verso N per un canale detritico, poi per cenge, per un pendio di malagevoli rocce ed infine per una ripida, solida parete. Da centodiciassette anni si chiama Torre Wundt, per ricordare ai posteri il pioniere che ebbe numerosi meriti nell'esplorazione delle Dolomiti. Quasi mezzo secolo dopo la prima ascensione, nel settembre 1938, fu tracciato un itinerario da SE lungo la marcata fessura-camino che affianca gli ultimi passi verso il Rifugio Fonda Savio da Misurina. Oggi, quella via è praticamente l'itinerario normale per accedere ai 2517 metri della vetta, che offre un vasto panorama sulle Dolomiti ampezzane e cadorine. Le vie poi si moltiplicarono, ma la fessura Mazzorana resta ancora oggi la più seguita: sei-sette lunghezze di ottima dolomia con difficoltà moderate, sulle quali mi sono sempre divertito con amici.

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