venerdì 20 agosto 2010

Simone Lacedelli, una lunga esistenza interamente dedicata alla montagna

L’unica prima salita nelle Dolomiti legata al nome della guida Simone Lacedelli, noto a Cortina come Scimon Juscia, concerne la Torre Esperia, strambo monolito alto una quarantina di metri nel gruppo del Nuvolao, alle falde del Coston d’Averau. Lacedelli giunse in cima alla torretta l’8/8/1928, con il collega Celso Degasper Meneguto (1903-1984) e le sorelle Apollonio, Emma (1893-1983) legata a lui, e Giovanna (1897-1975), futura consorte del Degasper. Ci risulta che la Torre, battezzata con il nome della villa delle sorelle alpiniste nel centro di Cortina e la cui salita presentò ai quattro una certa difficoltà, non abbia mai riscosso favori fra gli scalatori. Di recente, le vicine pareti della Croda Negra sono state riscoperte e valorizzate dai rocciatori, con numerose vie moderne, divenute in breve abbastanza popolari. Simone Lacedelli, primogenito di Antonio detto Tone d'Arone (1852-1909), guida dal 1893 al 1905, era nato nel 1887, e divenne guida nel 1912. Arrampicò e camminò sui monti fino a tarda età, promuovendo negli anni '50 del secolo scorso le escursioni con guide per valligiani e turisti: a settant’anni, aveva ancora clienti da accompagnare su vie di scarsa difficoltà, come la normale della Torre Grande di Averau. Morì quarant'anni fa, il giorno di San Silvestro del 1970, travolto da un’automobile che non lo aveva visto mentre camminava sotto una nevicata lungo la caotica Via Cesare Battisti a Cortina. Un ricordo di Giovanna Orzes Costa sul numero di Natale 1988 del semestrale “Le Dolomiti Bellunesi”, ripropose con garbo al pubblico una figura di vecchio alpigiano, mirabile esempio di una lunga esistenza interamente dedicata alla montagna.

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