Nell'agosto 1977 per la prima volta, e poi in altre occasioni, scesi con gli amici l'imbuto roccioso nel quale scorre il Ru de r’Ancona, che dall'omonimo Busc (luogo della leggenda ampezzana del diavolo, che sarebbe scappato dalla valle forando la parete a cornate, perché non era stato capace di convertire a suo vantaggio gli abitanti) scende a incrociare la strada d’Alemagna all’altezza del Ponte de r’Ancona. L’imbuto caratterizza un bell'angolo del Gruppo della Croda Rossa, e scende per circa 500 metri di dislivello. Con un po' di disinvoltura, dato che il letto detritico è sconnesso e non ci sono tracce, è tutto transitabile, a parte un breve tratto. Abbastanza in basso, infatti, il torrente si espande in una piccola pozza, oltre la quale uno strapiombo di almeno 15 metri, percorso da una cascata, blocca l’ulteriore discesa. La chiave del problema risiede sul versante destro del canale. Tracce nel bosco raggiungono un vecchio cippo forestale e poi scendono nel solco sassoso del Ru, permettendo di scansare comodamente l’ostacolo e riprendere il percorso. Il canale, risalito da pochi anche perché è piuttosto franoso e faticoso, fu sceso con gli sci intorno al 1984 da Nina Ford, sola: l’avventura scialpinistica fu descritta sul semestrale “Le Dolomiti Bellunesi”. Tra le escursioni selvagge ancora possibili a Cortina, questa è consigliabile a persone esperte e disincantate, munite di buoni garretti e robuste calzature. Salire al Busc per la traccia militare che fiancheggia il canale a sinistra (qualche segno rosso), traversare il singolare arco roccioso e poi destreggiarsi tra i massi e le ghiaie fino alla strada: è un grande “sentiero selvaggio”, che non compare nei libri e permette di vivere un'esperienza di wilderness altrove ormai sparita.
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