Ieri, dopo sei anni di assenza, ho rivisto una cima dove, nonostante tutto, non bazzicano in molti. E’ il Popena Basso, storica palestra di roccia di Misurina scoperta da Severino Casara nell'agosto 1926 e oggi cosparsa di vie d’ogni grado. La “via normale” è una poco più di passeggiata lungo una mulattiera militare ben conservata, 480 metri di dislivello che richiedono un’ora e mezzo. Dal Grand Hotel Misurina si sale fra alberi e mughi sino ad un ghiaione. Qui il sentiero, in un tratto erto e piuttosto franoso, lambisce la parete e per uno stretto canale erboso esce sulla dorsale della Costa Popena. Vari ometti aiutano a districarsi fra i fitti mughi e guadagnare la larga sommità che domina il lago e la Val Popena Alta, nonché le cime che l’attorniano. Svetta, possente, il Cristallino di Misurina. Il punto sommitale non viene raggiunto da tutti: le vie di roccia finiscono sull’orlo della parete, e agli scalatori interessa forse più arrotolare le corde e tornare a valle, che non "conquistare" una vetta piatta e mansueta. In cima, c’è un grosso mucchio di sassi ed un morbido tappeto verde, fra cielo e montagne: i cacciatori e i pastori valligiani vi salirono sicuramente in epoche remote, e sorprende che la parete verso Misurina sia stata scoperta solo 82 anni fa dal vulcanico Casara, che vinse il camino all’estrema sinistra. Nel XX secolo vi si sono sbizzarriti Mazzorana, Zanutti e i lecchesi, i nostri Scoiattoli, Molin di Auronzo e altri. Il veronese Cipriani, infine, ha azzerato a spit lo spazio per altre scoperte. In vetta, una cordata era appena uscita dal "diedro a sinistra degli strapiombi gialli”, una via di Mazzorana che anni addietro ripetei diverse volte. Oltre i due ragazzi, non c’era più nessuno: così abbiamo avuto la cima, avvolta dalla nebbia e dalle nuvole, soltanto per noi.
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