mercoledì 6 agosto 2008

Severino Casara, poeta della montagna (1903-1978)

Nel vortice delle ricorrenze di questo periodo, sarebbe rientrato anche il trentennale della morte di Severino Casara, alpinista, scrittore e regista che tanto ha dato alla storia dolomitica. Casara scomparve a 75 anni, alla fine di luglio del 1978. Lo avevamo conosciuto alle Tre Cime di Lavaredo, la vigilia di Ferragosto di due anni prima, e ci incontrammo per l'ultima volta nella sua casa, nell'ottobre 1977. Di Casara conservo la memoria di una escursione in compagnia alle Cascate di Fanes, numerosi aneddoti delle sue esperienze alpinistiche, le copie di gran parte dei libri che scrisse ed una cartolina del Rifugio Staulanza, giuntami per il suo ultimo Natale. Con noi non parlò mai della discussa questione degli "Strapiombi Nord" del Montanaia, che gli rovinò la vita. Ci portò invece a visitare il piccolo camposanto di San Vito di Braies, dominato dalla Torre del Signore, sulla quale aveva tracciato una via nuova nel 1943. Proprio là annunciò che avrebbe voluto esservi sepolto, vicino ad un grande pioniere della montagna, Viktor Wolf von Glanvell. Il suo desiderio è stato esaudito, e così oggi per noi è facile fargli una visita e rivolgergli un grato pensiero.

1 commento:

benedetto ha detto...

Sulla tomba di Glanwell sono incisi questi versi del poeta Gilm :
"Oh, lasst mich nicht im Tal verderben
den letzten Blick beengt von Zwang
auf einem Berge moechte ich sterben
beim gold'nem Sonnenuntergang"
Dal libro "Al sole delle dolomiti".