(Ricordi della Via Bulfoni-D’Eredità sul Torrione Ezio Culino, 8.9.1985)
Accadde tanto tempo fa, una domenica di settembre. Ero arrivato ad A. da poco, non conoscevo quasi nessuno e mi fu consigliato di fare visita a Gianni che, come me, era un grande appassionato di montagna. Detto e fatto: recuperai uno zaino e un imbraco e l’indomani Gianni, Paolo ed io eravamo già in marcia … per tentare una via nuova. Avevo fatto molte salite, ma la via nuova era un’esperienza che ancora mi mancava. Ogni perplessità si sciolse, pensando che ero abbastanza allenato, che sette giorni prima avevo salito il famoso “Spigolo Dibona” delle Tre Cime di Lavaredo, e soprattutto che mi stavo affidando a due rocciatori navigati ed entusiasti. La via nuova non ci riuscì: dopo un paio di lunghezze, fummo bloccati da una parete così marcia che avrebbe richiesto fittoni più che chiodi, e a malincuore dovemmo rientrare alla base. Non era però tutto perduto: l’instancabile Gianni propose di consolarci, ripetendo una via del suo amico Marcello, su un torrione lì vicino. Dopo tanto cammino non potevamo certo sprecare la domenica, e quella via doveva essere piuttosto simpatica. La parete costituì un’esperienza senza infamia né lode: dopo quattro cordate ci slegammo, ed ognuno salì per suo conto sull’aguzzo torrione, che sorge al centro di un anfiteatro delizioso, al tempo a me ancora ignoto. Per alcuni minuti respirai a pieni polmoni la gioia della scalata, dell’ottima compagnia, del fatto che il mio “battesimo” alpinistico con gli amici di pianura si era svolto così in fretta e felicemente. La discesa fu quasi più complessa della salita, ma tutto andò come doveva e nel pomeriggio rientrammo allegri alla malga per il “tai” di rito. Ero al settimo cielo: avevo ripetuto una via di Marcello e proprio nel suo regno, le solitarie Crode dei Longerin. Sono tornato lassù diciassette anni dopo: il torrione sul quale Gianni e Paolo mi offrirono la loro corda e la loro amicizia per una bella salita in compagnia, mi è parso quasi familiare. Da allora sono trascorse molte stagioni, ma tutto sommato mi pare ancora ieri!
Accadde tanto tempo fa, una domenica di settembre. Ero arrivato ad A. da poco, non conoscevo quasi nessuno e mi fu consigliato di fare visita a Gianni che, come me, era un grande appassionato di montagna. Detto e fatto: recuperai uno zaino e un imbraco e l’indomani Gianni, Paolo ed io eravamo già in marcia … per tentare una via nuova. Avevo fatto molte salite, ma la via nuova era un’esperienza che ancora mi mancava. Ogni perplessità si sciolse, pensando che ero abbastanza allenato, che sette giorni prima avevo salito il famoso “Spigolo Dibona” delle Tre Cime di Lavaredo, e soprattutto che mi stavo affidando a due rocciatori navigati ed entusiasti. La via nuova non ci riuscì: dopo un paio di lunghezze, fummo bloccati da una parete così marcia che avrebbe richiesto fittoni più che chiodi, e a malincuore dovemmo rientrare alla base. Non era però tutto perduto: l’instancabile Gianni propose di consolarci, ripetendo una via del suo amico Marcello, su un torrione lì vicino. Dopo tanto cammino non potevamo certo sprecare la domenica, e quella via doveva essere piuttosto simpatica. La parete costituì un’esperienza senza infamia né lode: dopo quattro cordate ci slegammo, ed ognuno salì per suo conto sull’aguzzo torrione, che sorge al centro di un anfiteatro delizioso, al tempo a me ancora ignoto. Per alcuni minuti respirai a pieni polmoni la gioia della scalata, dell’ottima compagnia, del fatto che il mio “battesimo” alpinistico con gli amici di pianura si era svolto così in fretta e felicemente. La discesa fu quasi più complessa della salita, ma tutto andò come doveva e nel pomeriggio rientrammo allegri alla malga per il “tai” di rito. Ero al settimo cielo: avevo ripetuto una via di Marcello e proprio nel suo regno, le solitarie Crode dei Longerin. Sono tornato lassù diciassette anni dopo: il torrione sul quale Gianni e Paolo mi offrirono la loro corda e la loro amicizia per una bella salita in compagnia, mi è parso quasi familiare. Da allora sono trascorse molte stagioni, ma tutto sommato mi pare ancora ieri!
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