martedì 16 novembre 2010

Uno scampolo d'autunno

14/11/2010. Un po' di sole c'invita a partire, e così alle dieci del mattino lasciamo la macchina poco oltre Dogana Vecchia, alla base della pista forestale che ci porterà all'Albergo dei Peniés, meta di un'escursione alla quale siamo ormai affezionati.  In alto, sopra la rumorosa Statale d’Alemagna fra Cortina e San Vito, in una radura imboschita ai piedi della Croda Marcora, sorge quello che un tempo era un "cason" pastorale, al centro di un pascolo degli ovini sanvitesi. Arrivai lassù per la prima volta nel 1991: pur essendo citata sulle carte topografiche come "Baita Pinies", dell'antica costruzione però trovammo solo tronchi accatastati. Nel 1994 i tronchi, ormai marciti, furono sostituiti da una mangiatoia per gli ungulati, con annesso uno stanzino per una precaria sosta d'emergenza. Dall’ex Ponte del Venco, oggi cancellato dalle rettifiche alla SS51, la pista risale ripida il costone che fiancheggia un grande invaso detritico, inoltrandosi nella magra pineta che caratterizza le balze meridionali del Sorapis. Dall'Albergo dei Peniés, poi, si può salire ancora un po' lungo una pala erbosa costellata di massi, probabile resto di una grande frana. Essa termina sessanta metri più in alto, a 1427 m di quota. In quel punto, dove usualmente ci fermiamo presso un grande masso piatto, uno dei colatoi che scendono dal Marcora si divide in due rami minori, convogliando altrove ghiaie e detriti e tenendo pulita la pala, luogo verde e solitario. L'Albergo dei Peniés, dove siamo passati sette volte in cinque anni,  è un angolo rilassante che offre una visuale a 180°, dalla Ponta dei Ros al Péna, Pelmo, Rochétes, Becolòngo, Beco de Mesodì, Cinque Torri e Tofana de Rozes. Luogo quasi sconosciuto, è il clou di una distensiva passeggiata, nella quale credo che molto raramente troveremo qualcuno a contenderci il passo.

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