lunedì 8 febbraio 2010

Venanzio Zardini, detto "de ra morte".

Tra le guide alpine ampezzane che praticarono l’attività ai tempi dei pionieri, compare anche Venanzio Zardini, curiosamente soprannominato "de ra mòrte". Nato nel 1842 e morto a settantaquattro anni nel 1916, di professione effettiva fu calzolaio. Nelle carte, il suo nome non risulta mai collegato ad ascensioni, e una delle rare sue immagini “in attività” lo fissò mentre accompagnava su una portantina, con altre guide ampezzane, una turista invalida al Sachsendank Hütte, il rifugio inaugurato l’11 agosto 1883 sul Nuvolau. Del personaggio non ho dati che rilevino per la storia dell’alpinismo. Fece il portatore e non s’impegnò mai in grandi ascensioni, limitandosi a condurre i clienti in escursioni di medio impegno oppure a varcare forcelle e passi dove oggi si passa comodamente in automobile, ma che allora erano ritenuti zone misteriose. E’ un vero peccato saperne poco: da tempo sostengo che anche le guide “minori”, i portatori e i vetturali hanno contribuito alla storia dell’alpinismo su tutto l'arco alpino. Nel caso di Venanzio Zardini, è un enigma anche il curioso, inquietante soprannome assegnatogli, tramandato agli eredi. Nelle mie ricerche sulle guide della belle époque dell’alpinismo ampezzano che, non avendo lasciato documentazione legata alla conquista di cime o a prime salite su di esse, sono state relegate nell’oblio, comunque, c'è anche il Nostro. Per ora prendo atto che anche Venanzio, per un certo periodo del XIX secolo, contribuì con il suo lavoro a far conoscere le montagne del circondario d’Ampezzo e di conseguenza allo sviluppo del concorso dei forestieri, che si andava affermando anche nella nostra vallata.

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