lunedì 8 settembre 2008

Cronaca di un salvataggio fortunato

27 anni fa di questi giorni, ai primi di settembre 1981, alcuni ampezzani salirono sul Piz Popena con l'intenzione di recuperare il libro di vetta, posto lassù nell'estate 1910 e ricco di firme di illustri scalatori. Il documento è oggi custodito gelosamente negli archivi del CAI Cortina: oltre ad esso, gli ampezzani portarono a valle anche una bella serie di biglietti da visita, lasciati in vetta da alpinisti, in prevalenza stranieri, dalla fine del XIX secolo. Scorrendo i biglietti, molti dei quali, purtroppo rovinati dalle intemperie, si leggono a stento, ne individuai numerosi di guide locali. Il più curioso, scritto in francese, fu lasciato nel 1906 da “Ange Gaspari, guide du Club Alpin”, Angelo Gaspari Moròto, caduto sul Cristallo nel 1911 per salvare il cliente in difficoltà. Bortolo Barbaria Zuchin, che salì sul Popena ancora nel 1939, “speaks English”; Angelo Colle Neno è “guida del CAI”. Un altro apparteneva a Florindo Pompanin de Checo, guida dal 1905 al 1914, un altro interessante fu lasciato il 26 agosto 1899 da “Bruno Wolf cand. Iur.” (laureando in giurisprudenza), condotto in vetta da Alessandro Lacedelli da Melères, al tempo l’unica ancora in attività tra le guide che avevano operato al servizio dei pionieri delle Dolomiti. Nel 1899 Lacedelli aveva 63 anni, ed evidentemente, ammaliato dal fascino della roccia, saliva ancora le sue montagne. Dai biglietti, oltre a tanti nomi interessanti sia di guide sia di clienti, si evince che tra il 1800 e il 1900 il Piz Popena – montagna non semplice, la cui ascensione rimane sempre un’avventura lunga e complessa – era abbastanza frequentato. Le vie seguite allora (ma ancora oggi) erano due: quella tracciata da Whitwell con Santo Siorpaes Salvador e Christian Lauener nel 1870, e la “Via Inglese”, aperta nel 1898 da Phillimore e Raynor con Antonio Dimai Deo, Zaccaria Pompanin de Radeschi e Michl Innerkofler jr.

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