domenica 28 settembre 2008

Pini, montagne e silenzio e ... una pecora

Poco più di mezz’ora sopra la trafficata Strada d’Alemagna, quello fra Cortina e San Vito, c'è un luogo quieto, che sembra quasi immobile nel tempo. Forse il posto è noto soltanto ai locali, poiché risulta che lassù, in una radura alla base della Croda Marcora, un tempo sorgesse un “cason” a servizio di un pascolo ovino. Si tratta della Baita Peniés, citata sulle carte, ma i cui ruderi sono stati sostituiti, una quindicina d’anni fa, da una mangiatoia per ungulati con una spartana stanza ad uso riparo. Oltre la mangiatoia, raggiunta da una scoscesa trattorabile che inizia dove un tempo c'era il Ponte del Venco, a 8 km. da Cortina, e s’inerpica nella magra pineta che fascia i soleggiati fianchi meridionali del Sorapis, c’è una singolare pendice d’erba costellata di massi, che termina a quota 1427. In quel punto, uno dei tanti canaloni del versante si divide in due rami, che convogliano altrove le eventuali scariche di ghiaia e sassi, lasciando così pulito il pendio verde e solitario. All'inizio di aprile del 2006, nella prima gita annuale su terreno asciutto, lassù abbiamo incontrato … una grossa pecora che, visto il folto vello, doveva essere nei paraggi da molto tempo. Dapprima l'ovino pareva impaurito, poi ci ha fatto compagnia, brucando finché non siamo scesi. Peniés è un luogo distensivo, che offre una visuale a 180 gradi dal Penna al Pelmo, le Rocchette, il Becolongo, il Becco di Mezzodì, le Cinque Torri e la Tofana de Rozes. E’ un luogo minore, traguardo di una gita nella quale difficilmente si troverà qualcuno a contenderci il passo.

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