martedì 29 luglio 2008

La cappella di Tre Croci, un edificio storico dimenticato

Sul Passo Tre Croci (un tempo denominato dagli ampezzani In o Son 'Suogo), accanto al grande albergo e alle tre croci lignee che ricordano una madre auronzana rimasta assiderata coi due figli, verso la fine del XVIII secolo, mentre tentava di scendere a Cortina, sorge una cappella. Anche se l’iscrizione sopra l’ingresso reca il millesimo MCMV, la costruzione della cappella fu completata nel 1906, e la consacrazione avvenne il 18 aprile di quell’anno. Voluta dall’albergatore Giuseppe Menardi "Tre Crojes" in memoria della prima moglie, e dedicata poi anche al figlio Osvaldo, morto tredicenne nel 1917 per lo scoppio di una bomba, la cappella era frequentata dagli ospiti dell’albergo, al tempo sicuramente uno dei più noti della cerchia alpina, popolato dalla migliore clientela internazionale e base per escursioni e salite nei gruppi del Cristallo e Sorapis. La cappella non ha elementi architettonici o artistici di gran pregio: l’altare proviene dalla cappella della B.V. della Salute a Cadin, i candelabri, il crocifisso e la lampada votiva furono realizzati nella fonderia di Arcangelo Michielli a Campo. Sempre aperta (anche perché l'albergo al quale è annessa, ormai storica multiproprietà ampezzana, è chiuso e in ristrutturazione da anni), la cappella di Tre Croci oggi è trascurata, e sarebbe auspicabile la sua riconsiderazione, in memoria della famiglia Menardi che la volle costruire, di quanti la frequentarono nell’epoca aurea del turismo a Cortina e soprattutto del significato devozionale che rivestì, come tutti gli altri edifici sacri sparsi nella valle d’Ampezzo.

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