Intorno al 1930, su un abete a fianco della spalletta sinistra del Ponte Alto, lungo la carrareccia che risale la Val di Fanes, c’era un quadro. Alfred Mutschlechner, il proprietario del Rifugio Fanes che a Cortina ancora molti ricordano, aveva fatto fare un dipinto artigianale, ma vivace ed evocativo, per evocare un episodio della storia medievale d’Ampezzo. In bilico tra realtà e leggenda si dice, infatti, che ai primi del XV secolo l’alto ponte sul Rio Travenanzes - che il destriero del cavaliere Gabriele di Brack, il quale veniva spesso dalla Val Badia a trovare la sua fidanzata al Castello di Podestagno, superava con un ampio balzo – fosse stato manomesso dai Vinighesi invidiosi, nella certezza che il nobile sarebbe finalmente precipitato nella forra. Pochi anni fa, mentre il ponte veniva ristrutturato, un operaio abbatté l’albero su cui era appeso il quadro; questo sparì, e fu dimenticato. Nello scorso autunno, su interessamento della Commissione per il Notiziario delle Regole, è stata recuperata la fotografia del dipinto, scattata nel 1991 e pubblicata tre anni dopo da Lorenza Russo nel suo libro “Pallidi nomi di monti”. Una grande copia a colori dell’immagine è stata incorniciata e alla fine di novembre ha ripreso il posto del quadro sul ponte. La leggenda del cavaliere di Brack, raccontata anche nel Museo Ladin Ciastel de Tor in Val Badia, viene così riproposta alla memoria ed alla curiosità di chi passa per la Val di Fanes. Transitando ora sul Ponte Alto, sia d’estate sia nelle belle giornate d’inverno, oltre a sporgersi ad ammirare il profondo burrone, grazie all’iniziativa di Regolieri che non hanno mai dimenticato il vecchio manufatto, gli escursionisti rivedranno l’immagine del “Gran Bracùn”, che per sessant’anni abbellì la zona ricordando una bella leggenda ladina.
1 commento:
Ciao!
Voglio andare anch'io a conoscere il Gran Bracun! Chissà quanti conoscono la sua bella storia!
Ciao e complimenti!
Sissi
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