giovedì 14 ottobre 2010

14 ottobre 1995: si va sul Becco!

Sabato 14 ottobre 1995. Approfittando di un'incredibile serie di fine settimana di bel tempo, cominciata il 2 settembre e che durerà ancora fino al 29 ottobre (lo ricavo dai miei diari), ho preso accordi con tre amici per una salita: la via normale del Becco di Mezzodì. La conosco bene: vent’anni fa fu il mio esordio nell’arrampicata, e dopo di allora l’ho salita altre volte, traendone sempre sensazioni ed emozioni d'altri tempi. Anche stavolta l’approccio al Becco, notoriamente non breve se fatto tutto a piedi, lo iniziamo dalla strada del Giau, all’altezza di Capanna Ravà. Ci vorrà un paio d'ore per giungere ai piedi della parete SW della “Ziéta”, dove si svolge la normale. Sarà una splendida camminata, dapprima ombreggiata e molto fresca, poi ingentilita dal caldo sole di una memorabile giornata d’autunno. La salita della via ha poca storia. Sono in testa alle cordate e salgo con calma, godendo i singoli passaggi e piazzando qualche rinvio in più dove penso che occorra: in poco meno di un’ora siamo in vetta. Il cielo è di un blu tanto intenso che pare dipinto, il sole scalda parecchio, siamo un po' stanchi e sostiamo sulla sommità per almeno un’altra ora, mangiando e riposando. Dall’alto si sente il generatore del Rifugio in funzione, il che fa pensare che il “Croda da Lago” sia ancora aperto. Scendiamo veloci con due provvidenziali doppie, paghi di aver salito (per i tre amici è la prima volta) la simpatica normale del Becco, con la quale nel 1872 Siorpaes e Utterson Kelso rivelarono al mondo il romantico gruppo della Croda da Lago. Ci portiamo in fretta da Modesto al Rifugio, dove è d’obbligo la birra, e qui trovo l’amica Lorenza, in zona per ricerche sui suoi prediletti toponimi. Quando arriviamo al Ponte di Rocurto è già quasi buio, ed è giocoforza risalire lungo la strada fino a Capanna Ravà per recuperare le macchine. Possiamo dire di aver trascorso un'altra giornata piena, e non immagino di certo che mi ci vorranno altri dieci anni per risalire sul Becco di Mezzodì, la mia prima montagna, il mio primo contatto con l’arrampicata nelle Dolomiti.

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