lunedì 11 ottobre 2010

Asfalto sì, asfalto no, asfalto forse ...

Correggendo le bozze del penultimo notiziario delle Regole d'Ampezzo, del quale sono direttore responsabile, mi ha colpito l'immagine della recente asfaltatura della strada Fedarola - Rifugio Angelo Dibona. Da profano senza cognizioni ingegneristiche ma amante del camminare, non mi sfugge che le strade montane bianche, sterrate, in terra battuta o come dir si voglia, col movimento odierno dei veicoli e i costi della mano d'opera, per l'ordinaria manutenzione richiedono spese e impegni non più convenienti. Diventa quindi risolutivo ammantarle di bitume e asfaltarle, ponendosi al riparo da interventi più costosi finché la neve, il ghiaccio, l'esondazione di torrenti, le frane non le danneggino e vi si debba rimetter mano. Ma l'idea che le ultime strade alpestri del territorio d'Ampezzo, da bianche siano diventate dapprima nere e poi grigie, restando comunque faticose per il camminatore, soprattutto al ritorno da lunghe escursioni, urta un po' i miei sentimenti romantici e forse sorpassati. Ricordo qualche decennio fa, quando a Malga Ra Stua salivamo ancora su sterrato, e l'amico Giorgio ci superò con la sua Lambretta mentre con mio padre arrivavamo al crocifisso, facendoci mangiare un bel po' di polvere. Rivedo strade fatte rigorosamente a piedi: San Vito di Braies - Pratopiazza, San Vigilio di Marebbe - Pederù e altre del circondario, ghiaiose e assolate, prive di deiezioni equine e solchi di carri e carrozze del tempo andato, ma inserite più armonicamente in contesti alpini ineguagliabili. E poi, all'Assemblea dei regolieri di qualche anno fa, riferendosi alla strada Campo - Malga Federa (oggi asfaltata) l'ex Presidente Ugo Pompanin non ammonì forse, con voce ferma: “Tendéi, a ašfaltà i bošche!” ("Attenzione, nell'asfaltare i boschi")? Una notizia interessante su questo fronte viene da Alano di Piave, nel Feltrino. Quel comune prealpino sta portando avanti con l'aiuto dell'Unione Europea un progetto che prevede una forma innovativa di asfaltatura. Una ditta di Fonzaso sistemerà la strada silvopastorale Bivio Malga Camparona - Malga Domador (2 km) con un conglomerato ecologico e “biologico” speciale,  certificato e brevettato, di produzione germanica. Finiti i lavori la strada trattata col conglomerato d'oltralpe apparirà sì asfaltata e compatta, ma bianca e somigliante ad una strada sterrata. Mi chiedo se sia soltanto un'illusione ottica o non piuttosto una soluzione futuribile, economica e rispettosa dell'ambiente, e se sarebbe utile prenderla in considerazione in futuro per altre nostre strade o piazzali, dove oggi serpeggia l'asfalto fra i larici e i rododendri.

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