domenica 17 ottobre 2010

Confidando in uno scampolo d'autunno ...

Quando sopra una certa quota ormai c'è ben poco da fare, una meta adatta per un'escursione può essere il Rifugio Casera Ditta, costruito negli anni '800 unificando due antichi fabbricati costruiti a servizio della povera pastorizia della zona sull'unico slargo prativo dell'impervia Val Mesath, a 966 m d'altezza e a poca distanza dalla diga del Vajont. Da alcune stagioni il rustico rifugio è gestito, in maniera simpatica e anticonvenzionale, da Guido e Adriano; quest'ultimo vive lassù praticamente tutto l'anno e sulla valle e i suoi "orsi" ha scritto anche un libro, edito un paio di anni fa a Pordenone. Per salire a Casera Ditta, dove si possono trascorrere alcune ore in un ambiente dolomitico/prealpino selvaggio ed estraneo alle solite rotte, mangiando abbastanza bene e perdendosi con lo sguardo fra i boschi, i dirupi e le cime dell'incontaminato gruppo del Col Nudo, bisogna portarsi a Pineda. Sono quattro case fuori dal mondo, a cui si giunge per una comoda strada asfaltata che parte dal culmine della frana del Vajont. Da Pineda alla Casera Ditta occorre circa un'ora e un quarto di cammino: il sentiero segnalato, in parte rovinato dal penultimo duro inverno, nella primavera 2009 è stato ridisegnato lungo un erto canalone boscoso. Per chi non lo conosce, il Rifugio Casera Ditta, i suoi abitanti e frequentatori, le cime che gli fanno corona, potranno essere una piacevole scoperta. Noi l'abbiamo già fatta quattro volte, indirizzandovi anche alcuni amici.

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