venerdì 27 agosto 2010

"Antelao in punta di piedi", un libro di Marcello Mason (Idea Montagna, 2010)

... Come cultore delle vicende dell’alpinismo dolomitico, sono lieto di premettere qualche riga a questo libro, che narra un secolo e mezzo di storia della vetta che domina il Cadore.
Il lavoro sarebbe in ritardo, se diamo per assodato che l'Antelao fu salito nel 1851, perché il 150° ufficiale della conquista si doveva ricordare qualche anno fa. Esso giunge comunque a fagiolo, poiché fa da complemento ideale alla storia dell’altro gigante cadorino, il Pelmo, edita nel 2007 dal CAI di San Vito a ricordo di John Ball, che il 19/9/1857 sul “Caregon” aprì le danze per la conquista delle Dolomiti.
In “Antelao in punta di piedi” l’autore, che “il Re” lo conosce bene, disegna un excursus storico, alpinistico e sentimentale sulla massima vetta cadorina, che odora di vita e di passione. Una storia di rocce e ghiacci, ma non solo; soprattutto una storia dedicata a chi visse, lavorò e soffrì ed ancora oggi popola le pendici del monte, in passato ne ebbe sventure (la frana di Taulen e Marceana!), ma anche selvaggina per integrare i magri bilanci familiari, guadagno nel calcarne i versanti guidando clienti facoltosi, ambizione e un po' di gloria per aver legato nomi di cadorini a canaloni, pareti e spigoli della montagna.
Ovviamente oggi, l'Antelao custodisce ancora una risorsa per il turismo cadorino, essendo uno dei “3000” dolomitici più ambiti e frequentati; arricchito da rifugi, bivacchi, falesie e da qualche fune metallica, ma severo e degno di rispetto come oltre un secolo fa.
"Al Nantelou" è una montagna del Cadore; come ampezzano e cultore della storia di Cortina, mi sia concesso però pensarla anche un po’ “nostra”, giacché la prima salita turistica di Paul Grohmann, pioniere della rivelazione dolomitica (18/9/1863), riuscì anche grazie a due eccellenti guide d'Ampezzo: il vecchio Checo e il nipote Sandro Lacedelli da Meleres! La IV salita della Via Ossi-Grohmann (1868) si deve anch'essa ad un ampezzano: quel Santo Siorpaes da Sorabances, che fu per primo su almeno trenta vette delle Alpi Orientali. Un paio di recenti, dure vie nuove sull’Antelao e i suoi satelliti, infine, è ancora merito d’ampezzani. E anche chi scrive annovera la cima fra quelle salite in gioventù ...
Le crode però non dovrebbero avere confini né padroni; sono comunque patrimonio di tutti, e a tutti i lettori che s’immergeranno in questo libro, da cui traspare un amore autentico per una cima che non è solo pietre e non può mancare nel carnet d’ogni alpinista, auguro di ripercorrere con piacere decenni di storia di crode e di uomini.
Marcello ha scritto la biografia di un colosso sul quale si sono misurati audaci cacciatori nell’800, arditi sestogradisti nel '900, atletici freeclimbers nel 2000, ma allo stesso tempo anche migliaia di persone comuni d’ogni dove che, molto spesso con grande fatica, hanno toccato l’alto culmine elevando un pensiero di lode a Chi ha creato il mondo, le montagne e ci concede la possibilità di “andare per esse”.

(dalla Presentazione del libro)

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