martedì 19 gennaio 2010

Dalla “Guida della Valle di Ampezzo e de' suoi dintorni”, una passeggiata ai Tondi di Faloria

La “Guida della Valle di Ampezzo e de' suoi dintorni”, miniera di informazioni storiche e culturali su Cortina uscita a Vienna nel 1905, fra le escursioni ne descrive una, la numero 17, che tocca una zona oggi destinata a vocazione eminentemente sciistica, i Tondi di Faloria: “Cortina-Alverà-Pian della Bigontina-Faloria-Tondi di Faloria-Hotel Faloria-Cortina 5½ ore di cammino”. Riporto il testo, probabilmente fra i primi a reclamizzare il luogo che, come detto, era già noto ai turisti. “Faloria è dopo Belvedere la montagna più comoda da salire e con essa rivaleggia pure per i magnifici punti di vista che offre, Si eleva a mezzodì del passo delle Tre Croci ed è costituita dall'erboso Mon de ciasa dió (Monte di casa dio) e dal Crepedel. Vi si ascende per la strada di Alverà. Poco prima delle Tre Croci si stacca a destra un sentiero indicato da una tabella, il quale porta al pian della Bigontina, poi alla cima, attraversando verso sud boschi e pascoli. La vista che vi si gode abbraccia tutta la regione ampezzana, la Rocchetta, il Pelmo, la Civetta con parte della Marmolata; a nord ovest le cime di Enneberg e a nord est i monti di Sesto, l'Elfer e lo Zwölfer. Un panorama ancor migliore lo si ha ascendendo ai così detti Tondi di Faloria: il tratto che bisogna fare è breve e la piccola fatica ne è certo ben ricompensata. Per discender presto nella valle si possono prendere due sentieri a zig zag: uno sul pendio del monte che prospetta Cortina mette all'Hotel Faloria; l'altro, sul versante meridionale, per la val di Faloria, nella direzione del villaggio di Acquabona, si congiunge colla strada di Mondeserto che conduce a Coianna, da qui collo stradone si prosegue per Cortina. Chi vuol esercitare i suoi garretti può dare la scalata al Crepedel partendo dall'Hotel Faloria e seguendo i suddescritti sentieri.” Con qualche aggiustamento, i suggerimenti del 1905 possono essere utilizzati ancora oggi. La questione mi ha colpito poiché pensavo che quello dei "Tondi di Faloria" fosse un oronimo moderno, creato magari sul calco di quello che connota i vicini "Tondi di Sorapis", mentre invece il nome pare sia stato conosciuto già oltre un secolo fa.

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